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 2011  aprile 11 Lunedì calendario

Oggi ci occupiamo di una storia atroce: l’altra notte, vicino a Ventimiglia, un gruppo di energumeni ha picchiato a pugni e a calci un uomo che era uscito in strada a difendere il figlio da un aggressione

Oggi ci occupiamo di una storia atroce: l’altra notte, vicino a Ventimiglia, un gruppo di energumeni ha picchiato a pugni e a calci un uomo che era uscito in strada a difendere il figlio da un aggressione. Quest’uomo alla fine è morto, non si sa ancora se per aver battuto la testa nella caduta o per le percosse ricevute.

• I particolari?
Non c’è molto da aggiungere. Ci troviamo a Torri, piccolo borgo medioevale a pochi chilometri da Ventimiglia (provincia di Imperia). È un posto tranquillissimo, dove non succede e non è mai successo niente. Il sindaco ha raccontato che la notte si dorme con le porte e con le finestre aperte. Sabato sera c’era una festa all’“Osteria del nonno”. Uno dei partecipanti, di nome Claudio Allavena, è uscito in strada con il suo cane e un gruppo di ubriachi ha cominciato a sfotterlo e a toccargli il cane. Claudio ha preso la sua bestiola in braccio e gli ha risposto per le rime. Quelli se ne sono andati, ma poi sono tornati più numerosi, hanno afferrato Claudio e cominciato a tirare cazzotti. Ci sono state delle grida. L’“Osteria del nonno” è a un passo dall’abitazione del giovane malmenato. Suo padre, Walter, 53 anni, idraulico, ha sentito le urla ed è sceso in strada per vedere che stava succedendo. Ha provato a togliere il figlio dalle mani di quei teppisti, ma quelli gli si sono rivoltati contro e lo hanno colpito con una gragnuola di calci e pugni. L’uomo è caduto in terra. Fuga generale. Ma il poveretto intanto era morto. Mentre scriviamo, la polizia sta interrogando dieci persone e ne ha fermate quattro. Si chiamano: Ciprian Marius Meuret, 32 anni; Bordano Andrei Mihut, 23; Aredelean Mihai, 19; Sebastian Aureliano Mereut, 37. Tutti residenti nella zona di Ventimiglia.

• Meuret… Mihut… Marius… Sono romeni?
Sì, sono romeni. Il giovane Claudio aveva avuto a che ridire con questi romeni già la settimana scorsa. E il padre lo sapeva. Mi figuro che l’episodio darà luogo a qualche domanda sui romeni. Ho lasciato apposta questo dettaglio per ultimo.

• Beh, le domando se il fatto che siano romeni non abbia qualche significato. Non voglio sembrarle razzista, ma…
Il sindaco della città, Gaetano Scullino, ha prima detto qualcosa della vittima, che è necessario riportare: «Walter era davvero una brava persona, sempre disponibile, tranquillo. Impegnato nel sociale e per la sua comunità». Poi ha aggiunto: «Sono episodi che penso accadano anche altrove… I romeni sono inseriti e lavorano. Ma spesso bevono e questo è un problema, perché diventano violenti. Fatti così gravi non si erano mai verificati».

• È vero che la comunità straniera in testa alla classifica dei reati è quella romena?
Sì, tra gli stranieri i romeni sono al primo posto per gli omicidi volontari, per le violenze sessuali, per i furti nelle abitazioni, per le estorsioni e per le rapine. Ricordare questo, tuttavia, nel caso di cui stiamo parlando, non ha senso.

• Perché?
Prima di tutto, almeno allo stato dei fatti, i fermati – ammesso che i colpevoli siano loro – non fanno parte della criminalità organizzata. È gente qualunque, lavoratori che – come ha detto il sindaco – hanno il problema di bere. In secondo luogo, già il fermo è motivato come “omicidio preterintenzionale”, cioè il pm Marco Zocco non pensa che quei disgraziati avessero l’intenzione di uccidere. Il povero Allavena potrebbe persino essere morto per aver battuto il capo cadendo. Si tratta cioè di una deprecabile rissa da strada finita in tragedia. Ma non voglio eludere il sottinteso delle sue domande e di quelle che stamattina appariranno sicuramente su parecchi giornali. I romeni sono cattivi? Non sarebbe il caso di rimandarli tutti a casa? Intanto le faccio sapere che la comunità romena – un milione di persone almeno – è concentrata soprattutto in Lombardia, dove c’è anche la maggior concentrazione di anziani. I romeni – anzi le romene – dànno cioè un contributo essenziale all’assistenza della nostra popolazione, sempre più vecchia. Voglio poi ricordarle tre episodi. Milano, ottobre dell’anno scorso: tre tizi picchiano a morte, e con una violenza che può farci pensare che volessero proprio ammazzare, un tassista colpevole di aver investito involontariamente il loro cane. Roma, negli stessi giorni: nella stazione Anagnina di Roma un uomo tira un pugno a una romena di 32 anni con una tale forza che quella stramazza al suolo morta sul colpo. Verona, notte del 1° maggio 2008. Cinque bulli chiedono una sigaretta a un giovane di 29 anni. Questi non gliela dà. I cinque allora lo prendono a calci in pancia e in faccia, concedendogli solo di morire in ospedale. Come avrà capito, gli assassini di queste tre tragedie sono tutti italiani. Mentre pensiamo a come liberarci dei romeni, pensiamo anche a come liberarci degli italiani. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 11/4/2011]