La Gazzetta dello Sport, 23 aprile 2011
Non so neanche se la puntata di oggi può titolarsi “Fatto del giorno”. Il Papa è andato in televisione e ha risposto alle domande dei fedeli sull’anima, sul senso del male, sulla morte e sulla quantità di misteri da cui siamo circondati

Non so neanche se la puntata di oggi può titolarsi “Fatto del giorno”. Il Papa è andato in televisione e ha risposto alle domande dei fedeli sull’anima, sul senso del male, sulla morte e sulla quantità di misteri da cui siamo circondati. Non “Fatti del giorno”, ma che tormentano l’uomo dal tempo dei tempi. Potremmo riassumere il significato profondo di quello che ha detto Benedetto XVI stralciando un pezzetto della risposta data sul terremoto in Giappone: «Un giorno le persone colpite in Giappone dal terremoto e dallo tsunami, anche i bambini, capiranno che questa sofferenza non era vuota, non era invano, ma che dietro di essa c’è un progetto buono, un progetto di amore».
• Ho letto invece che un altro scienziato, italiano e con importanti cariche pubblice, pensa che il terremoto in Giappone sia una punizione divina per i peccati di quel Paese.
Sì, si tratta del professor Roberto De Mattei, che non è propriamente uno scienziato, ma uno storico e che comunque fa, per volere della Moratti quand’era ministro della Pubblica Istruzione, il vicepresidente del Cnr, cioè del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la nostra massima istituzione scientifica. Egli ha ribadito proprio ieri queste sue idee applicandole al terremoto di Messina (1908) e alla “distruzione di Varsavia”: Messina sarebbe stata colpita dall’ira divina perché atea, Varsavia perché i polacchi vi praticavano troppi aborti. Non so se il professore quando dice “distruzione di Varsavia” allude alla rivolta del ghetto del 1943 o a quella della Resistenza del 1944 (due episodi finiti tragicamente per i polacchi). Se pensasse al ’43, vi sarebbe nel suo pensiero anche un grosso contenuto antisemita. I nazisti comunque sparavano sui bambini, che è uno strano modo, per Dio, di far scontare a una città i suoi aborti. Non è tuttavia questa la linea della Chiesa, e ieri padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, ha detto nella sua omelia, presente il Papa, queste parole: «Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini. Sono però un ammonimento: in questo caso, l’ammonimento a non illuderci che basteranno la scienza e la tecnica a salvarci. Se non sapremo imporci dei limiti, possono diventare proprio esse, lo stiamo vedendo, la minaccia più grave di tutte».
• Come mai il Papa è andato in televisione?
Non è la prima volta in assoluto che succede, Wojtyla per esempio era intervenuto per telefono a una trasmissione di Bruno Vespa e l’anno scorso Ratzinger ha concesso un’intervista tv al giornalista tedesco Peter Seewald. Ieri, giorno della Passione di Cristo, ha affrontato in televisione le formidabili questioni cui accennavo all’inizio. Le domande dovevano essere solo tre, ma le richieste alla fine sono state così numerose che ne sono state accolte altre. La trasmissione – una puntata di A sua immagine, su Raiuno, condotta da Rosario Carello – è stata registrata venerdì 15 aprile.
• Quali sono state le domande più spinose?
Francesco Grillo è un giovane in stato vegetativo ricoverato all’ospedale della Fondazione Raimondi di Gorla Minore. La madre, Maria, la sorella accompagnata dai tre figli (4, 6 e 8 anni) gli stanno accanto assiduamente, invitandolo a svegliarsi. La madre ha chiesto al Papa se in un corpo ridotto in quello stato l’anima sia ancora presente. Non ho bisogno di ricordare il caso Englaro e i problemi anche politici connessi a un simile quesito. Il Papa ha risposto: l’anima non abbandona il corpo e il malato sente l’amore, l’affetto, l’attenzione di chi gli sta intorno. «È come una chitarra dalle corde spezzate: non può suonare, ma è presente».
• E sul terremoto del Giappone? È qui che si è esercitato il professor De Mattei.
La domanda è stata fatta da una bambina di nome Elena, padre italiano e mamma giapponese, che al momento dello tsunami si trovava laggiù e ha visto morire tanti suoi piccoli amici. Elena ha chiesto: «Perché i bambini devono avere tanta tristezza? Perché devo avere tanta paura?». Ratzinger, dopo la risposta che abbiamo riferito all’inizio, ha aggiunto: «Anche a me vengono le stesse domande. Perché è così? Perché voi dovete soffrire tanto, mentre altri vivono in comodità? E non abbiamo le risposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto come voi, innocente, che il Dio vero che si mostra in Gesù, sta dalla vostra parte. Questo mi sembra molto importante, anche se non abbiamo risposte, se rimane la tristezza: Dio sta dalla vostra parte, e siate sicuri che questo vi aiuterà. E un giorno potremo anche capire perché era così».
• È una risposta?
La Chiesa deve vedere dietro qualunque cosa la mano di Dio. E deve ammettere che il male – quello che a noi appare come “il male” – ha un senso. Altrimenti, bisognerebbe riconoscere che siamo figli del caso, che non c’è un disegno, che non c’è un significato. È quello che pensano i relativisti, che il Papa combatte con tutte le sue forze. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/4/2011]