vanity, 10 gennaio 2011
Si vota in Sudan
• Il Sudan meridionale sta votando un referendum che prevede un distacco del Sud dal Nord. Le elezioni dureranno un settimana, lo spoglio delle schede un mese. I morti sono già otto. Le consultazioni sono il risultato di accordi che risalgono al 2005 e che allora posero fine a una lunga, sanguinosa guerra. Il Sudan, dominato dal dittatore Bashir (quello dei massacri nel Darfur), è in mano alla Cina, che ne compra a caro prezzo il petrolio. Il distacco del Sud è invece un’operazione sostenuta dagli americani, che non hanno certo rinunciato al controllo dell’area. Le ricchezze – acqua e greggio – sono soprattutto nel meridione, che è però il posto più povero del mondo, senza strade, senza infrastrutture, meno di un dollaro al giorno per campare. L’unico oleodotto finisce al Nord, quasi nessuno sa leggere e scrivere. Il potere nel nuovo paese – il cinquantaquattresimo in Africa - verrà preso da una masnada di militari analfabeti. Vi saranno poi accordi con l’Etiopia e questi avranno conseguenze destabilizzanti sull’intero sistema delle alleanze africane. Tra l’altro, in quel continente, molti stati – per esempio il Congo, dove si voterà alla fine dell’anno - hanno un sud con ambizioni secessioniste e il referendum sudanese – dove si prevede una larga vittoria dell’opzione scissionista – potrebbe innescare una reazione a catena, con guerre civili ecc. [Giorgio Dell’Arti]