La Gazzetta dello Sport, 3 maggio 2011
Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’altra notte, e ribadito ieri pomeriggio, che un commando di 14 Navy Seals americani ha ucciso Osama Bin Laden nel suo fortilizio di Abbottabad, un centro turistico a 70 chilometri da Islamabad, la capitale del Pakistan

Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’altra notte, e ribadito ieri pomeriggio, che un commando di 14 Navy Seals americani ha ucciso Osama Bin Laden nel suo fortilizio di Abbottabad, un centro turistico a 70 chilometri da Islamabad, la capitale del Pakistan. Il blitz – di cui non abbiamo né video né foto – è durato un quarto d’ora: individuato con sicurezza il sito in cui si nascondeva il capo di al Qaeda e ottenuto dalla Casa Bianca il permesso di intervenire, quattro elicotteri si sono alzati in volo da una base afghana e hanno trasportato il commando in questo fortilizio, una proprietà vasta, circondata da muri alti cinque metri e filo spinato, con varie costruzioni e baracche su due e tre piani e priva di internet, telefoni, televisioni. Gli americani hanno raccontato che Osama viveva qui con le sue mogli, i suoi figli e le sue guardie del corpo. Quando ha visto arrivare i Seals ha aperto il fuoco, ma i soldati Usa hanno avuto rapidamente ragione della sua resistenza. Sul terreno sono rimasti cinque cadaveri: Osama, uno dei suoi figli, altri due uomini e una donna. Due mogli e quattro figli del terrorista sono stati arrestati, almeno secondo quanto racconta la tv panaraba al Arabiya. Completata l’operazione, i Seals hanno caricato su un elicottero il corpo senza vita di Osama (stiamo sempre riferendo la versione ufficiale fornita in vari tempi dal Pentagono) e, appurato che nessun paese arabo ne voleva le spoglie, lo hanno portato sulla portaerei Carl Vinson, nel mare di Oman. Qui si è svolto un funerale, «secondo il rito islamico»: il corpo di Osama è stato avvolto in un lenzuolo bianco e poi gettato in mare. Sul cadavere erano intanto stati compiuti i prelievi necessari per la lettura del Dna e l’identificazione certa. Questa è avvenuta in giornata, con una percentuale di probabilità – sempre secono le fonti ufficiali – pari al 99,9%.
• Come hanno fatto a stabilire questo? Avevano
frammenti del dna di Osama?
A quanto pare no. Hanno confrontato il dna
prelevato dal cadavere con quello di una sua sorella morta di cancro.
• Non era meglio portarsi quel corpo in America e
farlo vedere a tutti?
Era meglio, certo. Il blitz, come ha rilevato
anche il nostro generale Leonardo Tricarico (ex capo di stato maggiore
dell’Aeronautica e membro della Fondazione Icsa), è pieno di stranezze. La
prima stranezza sta proprio nella fretta in cui si sono sbarazzati del
cadavere. Il funerale sarebbe avvenuto alle 8 di mattina, cioè non più di tre
ore dopo l’operazione. In quel breve lasso di tempo, gli americani avrebbero
verificato che nessun paese islamico era disposto ad accogliere le spoglie del
terrorista. Cosa impediva però di trasferirlo direttamente negli Stati Uniti e
di seppellirlo in America, secondo il rito islamico, in un luogo segreto? Ieri
ci sono state dichiarazioni di musulmani moderati che hanno protestato per
questo corpo gettato in mare: un uomo morto, secondo il Corano, deve tornare
nella terra. Così, tra gli altri, Mahmoud Ashour, dell’Accademia delle ricerche
islamiche di Al Azhar, il più prestigioso centro del sapere sunnita al Cairo.
• Altre stranezze?
Abbottabad è una città piena zeppa di militari e di
palazzine di proprietà dell’Isi, lo spionaggio pakistano. L’intestatario del
fortilizio dove si trovava Osama non esiste. Risulta abbastanza probabile che
Bin Laden fosse addirittura ospite dei servizi segreti pakistani. Il cui ruolo
nella vicenda – alternativamente negato e ammesso durante la giornata di ieri –
è tutto da capire. Altra stranezza: questa foto falsa diffusa ieri mattina
dalle reti arabe. E come spiegare la resistenza del Pentagono a mostrare le
foto del cadavere di Osama («se le vedeste non avreste più dubbi»)? Infine non
si capisce se la mission dei Navy Sales fosse di catturare Osama vivo o morto. Per
tutta la giornata di ieri, le fonti di Pentagono e Casa Bianca hanno detto che
Osama doveva essere ucciso, ma ieri sera, improvvisamente, ci è stato spiegato
che se Bin Laden e i suoi non avessero sparato, lo avrebbero catturato vivo e portato
in America. Se potevano portarlo vivo negli Usa, perché non portarlo morto?
• Lei dubita dell’operazione?
Non posso permettermi di credere che Obama, la
Clinton, la Cia (madrina dell’operazione) e tutti gli altri si mettano a dire
bugie. Ci sono però dei passaggi incomprensibili e, in questi casi, sono
abituato a sottolinearli. Che Osama sia morto, non ci sono dubbi. Che le cose
siano andate proprio come ce le raccontano… mah.
• Perché dovrebbero aggiustare la verità?
La morte dell’uomo delle Torri Gemelle è un gran
colpo, e le quotazioni di Obama, per la corsa alla Casa Bianca dell’anno
prossimo, sono risalite. L’America è in festa, e il mondo del radicalismo
islamico è sgomento. Sono comunque grandi risultati. Anche se tutti ci
avvertono che dal terrorismo islamico dobbiamo attenderci adesso qualche
contraccolpo. [Giorgio Dell’Arti]