Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 28 Giovedì calendario

L’altro giorno pareva che l’arrabbiatura di Bossi fosse una tempesta passeggera, un po’ di urli per prender voti senza conseguenze

L’altro giorno pareva che l’arrabbiatura di Bossi fosse una tempesta passeggera, un po’ di urli per prender voti senza conseguenze. Ieri, a un tratto, la cosa è apparsa più seria.

Perché Bossi sarebbe arrabbiato?
• La Lega non è d’accordo sui bombardamenti in Libia. Non è d’accordo sulla procedura seguita da Berlusconi per prendere questa decisione. Non è d’accordo sull’atteggiamento remissivo tenuto da Berlusconi l’altro giorno nell’incontro con Sarkozy. Ci sono dichiarazioni durissime.

• Quali dichiarazioni?

Già le dichiarazioni del primo giorno – martedì – erano durissime. Bossi: «Non sono d’accordo sui bombardamenti in Libia. Le guerre non si fanno e comunque non si annunciano così. Dopo le dichiarazioni di Berlusconi Gheddafi ci riempirà di clandestini. Gli americani se vogliono bombardare lo facciano loro. Oltre tutto, se andiamo a bombardare, dopo dovremo ricostruire». Queste espressioni erano state accompagnate da una forte prima pagina della “Padania”. Titolo: «Berlusconi in ginocchio davanti a Parigi – Non è dicendo sempre di sì che si acquisisce peso internazionale». Un altro elemento di tensione è il costo della missione: la Libia fino ad oggi c’è costata 700 milioni e Tremonti ha detto ad alta voce che non tirerà fuori un euro se non sarà garantita una copertura certa. L’unica copertura sicura e veloce è quella della benzina. Quindi, dice la Lega, non solo andremo a bombardare provocando un esodo di libici verso le nostre coste, ma per fare questa bella operazione tireremo fuori soldi dalle tasche degli italiani. Queste sono state le prese di posizione delle prime ventiquattr’ore.

• E
ieri?
È successo che Maroni ha detto che non sarebbe male portare la decisione di bombardare la Libia in Parlamento. Questo cambia tutto. In Italia gli alleati di governo si prendono a male parole dal tempo dei tempi, e anche questa baruffa tra Bossi e Berlusconi sarebbe potuta finire nel solito nulla. Però ieri – e cioè dopo altre ventiquattr’ore – Maroni ha detto: «Siamo rimasti sorpresi perché nell’ultimo consiglio dei ministri Berlusconi era contrario ai bombardamenti. Noi non cambiamo idea da un giorno all’altro. I bombardamenti intelligenti, per definizione, non esistono. Mi sembra inevitabile, a questo punto, che ci sia un passaggio parlamentare su una cosa così rilevante. Lo chiede l’opposizione, noi non siamo contrari. Ho parlato con Bossi: la linea della Lega sulla questione della Libia non cambia, ed è quella espressa dal segretario e riportata dalla “Padania”».

• Il “passaggio parlamentare”…

Appunto. Il “passaggio parlamentare” può essere di vari tipi. In questo momento si parla di una riunione comune delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. La Russa ha detto che i dodici aerei – otto dei quali potranno «bombardare o lanciare missili» – sono già a disposizione della Nato. Frattini è d’accordo sui bombardamenti, Napolitano pure, ed è d’accordo anche il Pd, che infatti teme questa strana resa dei conti interna alla maggioranza. A un certo punto, infatti, si potrebbe trasferire la faccenda in aula. A un certo punto, si potrebbe votare. E il Pd, che è d’accordo con Napolitano e con i bombardamenti, potrebbe trovarsi nella condizione di votare col governo, mentre la Lega voterebbe contro. Solo che, anche se andasse così, può un governo stare in piedi praticando una politica estera non condivisa? Perché anche nel Pdl ci sono grosse tensioni. I cattolici, sui bombardamenti, non sono d’accordo. Sta’ a vedere che, invece di inciampare su una delle tante robette fangose che gli scagliato contro tutti i giorni, Berlusconi si troverà a cadere su una cosa seria.

• È proprio vero che s’è messo in ginocchio davanti a Sarkozy?

Beh, il presidente Sarkozy gli ha ricordato che in Francia arrivano 50 mila immigrati l’anno e in Italia solo dieci, e Berlusconi ha risposto: «È vero, ha ragione». Il presidente Sarkozy ha detto che si deve cambiare Schengen e Berlusconi, un’altra volta: «È vero, ha ragione». Il presidente ha detto, sul caso Lactalis, che ci vuole un’integrazione tra i loro grandi gruppi e le nostre imprese medie e piccole, e anche su questo il premier s’è detto d’accordo. Persino sul nucleare Berlusconi ha tranquillizzato l’ospite: non sarà fatto nessuno sgarbo a Parigi, neutralizzati i cattivoni che si stavano precipitando a votare “sì” al referendum, il progetto per le centrali sarà ripreso in mano, con somma soddisfazione dei nostri fratelli d’oltr’alpe. Forse Bossi tutti i torti non li ha. [Giorgio Dell’Arti]