Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 30 Mercoledì calendario

Negli Stati Uniti i soldi costano un po’ di più

• Il governatore Greenspan ha portato il tasso di sconto dall’1 all’1,25 per cento. Per valutare bene la notizia bisogna sapere che Greenspan ha progressivamente diminuito dal maggio 2000 fino a quest’anno il costo del denaro portandolo dal 6,5 all’1 per cento. Questo dollaro a buon mercato ha creato guai all’euro, che si è apprezzato sempre di più sul dollaro rendendo più difficili le esportazioni europee. Il fatto che Greenspan abbia adesso invertito la tendenza significa che in America è ricominciata l’inflazione e infatti nell’ultimo trimestre i prezzi al consumo sono cresciuti del 5,5 per cento (anche in Europa c’è qualche segnale preoccupante: l’ultimo dato parla di inflazione al 2,5). D’altra parte l’inflazione è compagna di strada dello sviluppo e in America si creano posti di lavoro al ritmo di 200 mila al mese (la disoccupazione è al 5,6 per cento contro il 9 dell’Europa). E’ abbastanza straordinario anche il fatto che per ritoccare i tassi Greenspan non abbia atteso la fine delle elezioni presidenziali. [Giorgio dell’Arti]