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 2004  agosto 09 Lunedì calendario

L’aumento del prezzo della benzina

• L’aumento del prezzo della benzina si vedrà soprattutto a settembre, perché il prezzo di 44-45 dollari a barile riguarda i cosiddetti “futures", cioè la scommessa sul prezzo che il petrolio avrà all’inizio dell’autunno. Mentre scriviamo, il prezzo del petrolio a Londra è di 40 dollari, che è già molto. Ma, sapendo che la benzina costerà di più, ritocchi verso l’alto sono già in corso. Siccome lo Stato tassa la benzina con una imposta percentuale sul prezzo base, l’aumento del prezzo del petrolio significa un incasso maggiore dello Stato. Si è discusso se cambiare questo sistema a percentuale, ma l’Unione europea ha ammonito l’Italia a non prendere iniziative da sola: per affrontare l’aumento del prezzo del petrolio ci vuole, secondo la Ue, un’azione concordata. Ma si può affrontare l’aumento del prezzo del petrolio? Esso dipende: dalla guerra in Iraq, dalla crisi della compagnia russa Yukos, dalla crisi in Venezuela. In lontananza si sente anche la voce di quelli – subito zittiti dalla grande stampa – che dicono che di petrolio ce n’è sempre di meno e che dunque un aumento progressivo del prezzo di questo carburante è inevitabile. Secondo costoro, abbiamo già consumato quasi la metà del petrolio disponibile e a questo punto, di fronte a una domanda sempre crescente (vedi la Cina), ci sarà un’offerta sempre minore.

• Incassando più soldi dalle tasse sul petrolio, i conti dello Stato miglioreranno? No, perché l’Italia compra a sua volta all’estero: l’anno scorso il nostro Paese spese 15 miliardi in greggio, quest’anno, restando i prezzi a questo livello, dovrà sborsarne 16,7. A ogni italiano, in media, il greggio più caro avrà sottratto, alla fine dell’anno, 456 euro.

• L’aumento del greggio renderà perciò più difficile la ripresa, più problematici i conti dello Stato. E’ stato annunciato che il Tesoro, per far cassa, venderà il 20 per cento dell’Enel: il titolo in Borsa ha subito perso il 3 per cento, perché i futuri compratori Enel si aspettano che le azioni vengano piazzate a 6 euro. Lo stesso tipo di speculatori che ha venduto Enel, ha consigliato la vendita a 70 centesimi delle obbligazioni Impregilo che ne valevano 100 di nominale, paventando che il bond da 75 milioni in scadenza adesso non sarebbe stato onorato. Il bond è stato invece onorato e Paolo Savona ha chiesto un’inchiesta su questi figuri. Patemi invece per Finmatica (sospesa a tempo indeterminato dalle quotazioni) e per Tiscali, che è una bella azienda, ha un magnifico sviluppo, ma non ha soldi in cassa e l’anno prossimo deve restituire un bond di 250 milioni. Infine la società Kpmg ha valutato in 1771 miliardi il patrimonio dello Stato italiano, il che è consolante dato che il nostro debito è di 1400 miliardi. Però nei 1771 miliardi sono valutati anche l’aria che respiriamo (5,4 miliardi) e l’acqua del mare. I beni davvero vendibili farebbero 380 miliardi di euro e sarebbe comunque, se destinata all’abbattimento del debito, una somma importante. [Giorgio Dell’Arti]