6 luglio 2002
Muore Pietro Valpreda
• Alle nove e 40 di sera, «ormai prosciugato da un anno e
mezzo di malattia, ha finito per sempre di respirare, soffrire, ricordare»: Pietro Valpreda, l’anarchico che tre giorni dopo la strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) fu ingiustamente accusato di esserne il principale responsabile,
è morto nella sua abitazione milanese al numero 16 di via Paolo Sarpi. Aveva 69
anni. «Il tumore lo ha aggredito nel gennaio dell’anno scorso: un’operazione,
un’altra ancora, un parziale miglioramento, quindi il declino finale, nella sua
casa, in mezzo ai libri accumulati per tutta la vita in uno studio-biblioteca
che era il suo orgoglio. (...) “Ormai immobile nel suo letto – racconta il
libraio Mauro De Cortes, suo grande amico nonché compagno di circolo, il Ponte
della Ghisolfa – giovedì mi ha improvvisamente afferrato per la camicia,
tirandomi a sé e abbracciandomi forte. Poi, lentamente, ha chiuso gli occhi e
non li ha più riaperti”». [Paolo Foschini, Cds 8/7/2002]
• «“Alza la testa, mostro!”. Non era mai riuscito a
dimenticare il giorno in cui, dopo averlo interrogato, il giudice romano
Vittorio Occorsio, che qualche anno dopo sarebbe stato assassinato da un
commando di terroristi neri, lo aveva dato in pasto ai fotografi. (...)». [Leggi l’articolo di Gian Antonio Stella]
• « Voleva diventare Pietro Hènnes, era rimasto per tutta la
vita Pietro Valpreda. L’anagrafe e la cronaca avevano vinto sui suoi sogni.
(...)». [Leggi l’articolo di Piero Colaprico]