vanity, 28 settembre 2004
Libere le due Simone
• Verso le sette di sera le due Simone sono tornate libere, a Baghdad, città da cui i rapitori non le hanno mai spostate. Poche ore dopo sono arrivate a Roma, sorridenti e bene in salute, vestite di una disdasha che le copriva fino ai sandali e attese da centinaia di giornalisti. Il merito della liberazione va soprattutto – a quanto è dato capire – alla prudente tessitura diplomatica di Gianni Letta e all’esperienza del presidente della Croce Rossa, Maurizio Scelli. Le due Simone, però, nelle dichiarazioni del primo giorno hanno ringraziato della loro liberazione il popolo musulmano e lodato i rapitori, meritevoli di aver spiegato loro i princìpi del Corano e di non aver fatto mancare il sapone. Non una parola su governo e Croce rossa né sugli ostaggi sgozzati e neanche su quelli ancora nelle mani del terrorismo iracheno (tra questi i due reporter francesi e l’inglese che Zarkawi ha fatto vedere chiuso in gabbia). Sdegno di tutta la stampa filogovernativa e imbarazzata correzione, il giorno dopo, delle due ragazze: ringraziamo il governo, ringraziamo la Croce rossa, ringraziamo l’opposizione, ecc. Le due hanno detto di voler tornare in Iraq, di condannare il terrorismo ma non la resistenza irachena, e che gli americani si devono ritirare. Formidabile, per loro, il risultato mediatico: sono finite anche sulla copertina di Time con la scritta “European Heroes”. [Giorgio Dell’Arti]