vanity, 15 ottobre 2004
La Riforma dello Stato
• Dopo sette mesi di dibattito, venerdì 15 ottobre la Camera ha approvato (295 sì, 202 no, 9 astenuti) la Riforma costituzionale, che viene sinteticamente definita “Riforma della devolution e del premierato forte”. La parola “devolution” significa che le Regioni avranno più potere. Il “premierato forte” significa che, in pratica, il presidente del Consiglio sarà eletto direttamente dal popolo. Altri punti importanti: la Camera sarà formata da 500 deputati, invece che da 630 come oggi; il Senato sarà “federale”, cioè composto da 6 senatori per Regione, ad eccezione di Molise e Val d’Aosta che ne avranno due (il totale dà 252 membri invece degli attuali 315); si potrà diventare senatori già a 25 anni (invece che a 40) e presidenti della Repubblica a 40 (oggi 50); il presidente del consiglio – o “premier” – non avrà più bisogno del voto di fiducia, nominerà o revocherà lui i ministri (poteri che oggi sono del presidente della Repubblica), potrà sciogliere le Camere; altra possibilità di sciogliere le Camere: il Parlamento presenta una mozione di sfiducia e il nome di un nuovo premier, e la vota a maggioranza; le leggi saranno divise per competenza: quelle di competenza della Camera saranno approvate solo dai deputati, quelle di competenza del Senato solo dal Senato: la camera “incompetente” (per dir così) avrà 30 giorni di tempo per proporre delle modifiche, ma sarà sempre la Camera “competente” a decidere se accettarle o meno; sanità, scuola e polizia amministrativa passano alle Regioni; il federalismo fiscale dovrà essere attuato nei tre anni successivi all’entrata in vigore della nuova legge.
• La Riforma dello Stato non può entrare in vigore immediatamente perché è una legge costituzionale e la nostra Costituzione prevede, per questo tipo di leggi, quattro approvazioni: il testo della Camera dovrà dunque andare al Senato (gennaio-febbraio 2005), poi tornare alla Camera (febbraio-marzo), quindi ancora al Senato (maggio). Se in questi passaggi non si cambia neanche una virgola, nell’autunno dell’anno prossimo si terrà il referendum confirmativo. Se gli elettori col referendum approveranno la riforma, questa entrerà in vigore gradualmente a partire dal 2005 e sarà pienamente operante dal 2011. Intoppi, ritardi, modifiche e altri tipi di rallentamenti potrebbero far slittare il tutto al 2016. L’approvazione è un successo della Lega, che ha festeggiato in piazza Montecitorio con striscioni, saltelli, capelli dipinti di verde e foto-ricordo con Silvio Berlusconi che stringeva un bouquet di rose bianche. L’opposizione l’ha definita “un vestito di Arlecchino che gli italiani non riusciranno mai a indossare” (Fassino), “una mostruosità” (De Mita). Bossi ha brindato a Brissago, dove fa la convalescenza. Ha fatto trapelare una dichiarazione prudente: “Questa dovelution non è esattamente quello che volevamo, però almeno siamo riusciti a portare a casa qualcosa”. [Giorgio Dell’Arti]