vanity, 1 novembre 2004
La politica italiana
• Mentre a Roma si firmava la Costituzione europea e cominciava il dibattito sui referendum confermativi (in Italia c’è un movimento, capeggiato dalla Lega, che lo vorrebbe), Buttiglione annunciava il suo ritiro da commissario europeo alla Giustizia. Barroso ha rinviato di qualche giorno il voto di gradimento parlamentare (non vincolante, solo consultivo) e Prodi, che sarebbe dovuto tornare a casa il 1° novembre, è perciò ancora in carica. I ministri di Barroso bocciati sono stati sette e, di questi, il solo Buttiglione – per decisione presa dal governo italiano – ha rinunciato. Per gli altri sei, Barroso ha comunicato ai parlamentari europei di non poter far nulla: la scelta dei ministri è nelle mani dei rispettivi governi. Abbastanza clamorosa la decisione olandese di tenere il suo rappresentante, la signora Neelie Kroes, che sarà ministro della Concorrenza e che il Parlamento aveva bocciato perché troppo carica di consulenze con grandi aziende private.
• Il voto nelle supplettive del 24-25 ottobre (7 a 0 per il centrosinistra) e la questione Buttiglione provocheranno un rimpasto importante nel governo italiano. Già Fini, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva chiesto un nuovo governo: “Spieghiamo agli italiani che non ci sono i soldi per tagliare le tasse e stipuliamo un nuovo patto con gli elettori”, parole che avevano fortemente irritato Berlusconi (“Non se ne parla proprio”). Ora, col ritorno di Buttiglione, potrebbe andare in Europa la Moratti oppure Frattini, e in questo secondo caso Fini diventerebbe ministro degli Esteri e Follini vicepresidente del Consiglio. In pratica, essendo in ballo poltrone così importanti, si tratterebbe di fatto di un Berlusconi bis.
Tasse. Fini, riprendendo un’inchiesta dell’Espresso, dice che il taglio delle tasse, così come proposto da Berlusconi, produrrebbe per le finanze personali dello stesso Berlusconi un vantaggio di 760 milioni, impresentabile agli elettori. Berlusconi ha fatto sapere che qualunque vantaggio fiscale gli derivasse dalla prossima riforma sarebbe devoluto in beneficenza.
• Nel 7 a 0 con cui il centrosinistra ha battuto il centrodestra nelle supplettive per la Camera di domenica e lunedì 24-25 ottobre, ha fatto sensazione la sconfitta del leghista Luciano Bresciani, medico di Bossi, candidato della Lega a Milano 3: gli elettori gli hanno preferito Roberto Zaccaria, consigliere per una quindicina d’anni e poi presidente della Rai, che il centrodestra considerava ormai bollito. [Giorgio Dell’Arti]