vanity, 27 giugno 2005
Billè contro il governo
• Sergio Billè, presidente di Confcommercio, ha approfittato dell’assemblea nazionale della categoria per fare una requisitoria contro la politica del governo, “una Treccani di tentativi abortiti o che rischiano di abortire”, “riformicchie” ogni volta disattese (“come tagliare un pezzo di coda a una lucertola”). Risultato: la crescita è negativa, il rapporto deficit/pil si appresta a superare il 4%, la mancanza di infrastrutture ci costa l’1,5 % del Pil, la burocrazia è ancora una macchina inutile e costosa ecc. Bastonate anche a banche e sindacati: le prime si “svenano” per tenere in piedi le grandi aziende manifatturiere e fanno le parsimoniose con le piccole, senza le quali il Paese starebbe anche peggio di come sta"; quanto ai sindacati, dopo aver rinnovato “a peso d’oro” il contratto degli statali, farebbero meglio a convincersi dell’ineludibilità di “un diverso approccio ai problemi del lavoro”. Conclusione: “Smettiamola di dare sempre la colpa solo ai reggiseni, alle T-shirt e alle scarpe made in China”. E niente politiche restrittive: “Sarebbe come far fare la dieta a un malato”. [Giorgio Dell’Arti]