vanity, 7 novembre 2005
La Val di Susa e l’alta velocità
• Tecnici, che s’erano presentati sul monte Rocciamelone in Val di Susa per sondare il terreno in vista della costruzione di una galleria ferroviaria, si son trovati di fronte i sindaci di una trentina di paesi e migliaia di persone che hanno negato loro il passo, bloccato i treni, innalzato cartelli, gridato e fatto a botte con le forze dell’ordine (una cinquantina di feriti). Siamo al punto che in certi paesi della Valle (per esempio a Urbano, frazione di Mompantero), si entra solo dopo aver mostrato i documenti ai carabinieri. I disordini e i blocchi sono durati per tutta la settimana, il prossimo 16 novembre vi sarà uno sciopero generale della valle, molto preoccupante. La ferrovia di cui si parla è un pezzo della Torino-Lione, a sua volta un tratto della grande via di comunicazione che dovrebbe connettere (con un sistema misto autostrada + treno) Lisbona a Kiev. A Bruxelles, gli italiani si sono battuti perché questo pezzo del collegamento – detto “corridoio cinque” – passasse a sud delle Alpi e non a nord, tagliandoci fuori dai traffici internazionali. Per passare a sud, però, bisogna collegare Torino a Lione. Per collegare Torino a Lione, con treni che vadano a 300 all’ora, si deve tra l’altro fare un tunnel di 54 chilometri in Val di Susa, tra Venaus e Saint-Jeanne-de-Maurienne, 21 miliardi di euro e lavori che dureranno fino al 2018. Gli abitanti della zona non vogliono affrontare tredici anni di ruspe e camion. Dicono che gli scavi porteranno alla luce amianto e uranio, con moltiplicazione dei casi di tumore. Senonché la strada ferrata ad alta velocità (in sigla: Tav), dovrebbe far diminuire di parecchio il traffico su gomma, a sua volta molto inquinante. L’alta velocità è stata voluta dal centro-sinistra, che governa il Piemonte e adesso è nei guai perché Rifondazione vuole che sia tolta dal prossimo programma dell’Unione. Lo sfondo della rivolta ha anche qualcosa di torbido: questa è stata una zona a forte terrorismo negli anni Novanta (Lupi Grigi, Valsusa Libera) e sabato 5 è stato trovato un pacco bomba a Giaglione, con un biglietto che lo dedicava al comandante della compagnia dei carabinieri di Susa. C’è preoccupazione anche perché il 10 febbraio cominciano le Olimpiadi della neve, un’occasione d’oro per brigatisti e terroristi di tutto il mondo. [Giorgio Dell’Arti]