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 2010  gennaio 10 Domenica calendario

Condizioni di vita

• Gli africani (tutti maschi) sfruttati dai nostri proprietari agricoli del Sud vengono dal Ghana, dal Sudan, dalla Costa d’Avorio, dal Senegal, dal Togo, dalla Mauritania, dal Congo. Girano per tutto il Mezzogiorno, che ha evidentemente meno problemi di quello che si crede: a settembre intorno alle vigne di Marsala, a novembre tra gli ulivi di Puglia, a dicembre-gennaio tra gli agrumeti di Calabria, e in primavera in mezzo ai campi di pomodori campani. Ovunque i caporali li arruolano per una ventina di euro al giorno, pretendendone cinque di mediazione. Stanno sui campi molte ore (almeno dieci) e dormono dove capita, spesso all’interno di strutture abbandonate dove s’aggiustano un letto e delle pareti con pezzi di cartone trovati per strada o nei bidoni dell’immondizia. Si scaldano accendendo fuochi e cucinano al massimo su qualche spiritiera. I lettori possono vedere su internet il servizio che la Bbc, a nostra vergogna, ha mandato in onda l’anno scorso proprio girando a Rosarno. Per trasportarli sui campi si adoperano camioncini. Inutile dire che non esiste sindacato, non esistono contributi, il lavoro è nero sotto tutti i punti di vista e la cosa, che va avanti dal 1992, non ha mai interessato nessuno, né le varie Cgil-Cisl-Uil, né gli uffici di igiene o gli ispettorati del Lavoro, né i partiti, né i liberi cittadini o gli intellettuali o gli schieramenti più o meno sociali di destra o di sinistra. Tutti costoro gridano assai adesso, indignandosi attraverso i giornali e le tv, accusando gli avversari e mostrando di sapere come il problema andrebbe risolto. Ma l’anno scorso sempre a Rosarno furono sparate contro quei povericristi, e non per gioco, fucilate vere con veri proiettili. L’indifferenza dell’umanità italiana, prima ancora delle pallottole di gomme, ha fatto scendere in piazza questi esseri umani nell’unica, vera manifestazione che si sia vista da molti anni a questa parte.

• Nonostante quello che si è sentito e letto in questi giorni, gli africani impegnati sui campi sono nove volte su dieci regolari, o perché hanno un permesso stagionale o perché sono rifugiati politici (uno dei feriti del primo giorno, proveniente dal Togo) o perché hanno un permesso con tutti i crismi al punto che molti di loro, intervistati dalla tv, hanno dichiarato di essere italiani, e parlavano infatti una lingua del tutto accettabile. L’immigrazione clandestina, contro cui ha pure tuonato Maroni, non c’entra quindi niente. Ma il ministro, assai accorto, ha dovuto prima di tutto tranquillizzare gli italiani, e sia pure imprecando a un feticcio, e solo poi entrare nel merito della faccenda, che ha molto a che vedere con la malavita organizzata. Rosarno, 15 mila abitanti, è stato commissariato l’anno scorso per infiltrazioni mafiose. Le ben note famiglie Pesce e Bellocco vi spadroneggiano. Tra sabato e lunedì il migliaio abbondante di extracomunitari che si trovano sul posto e che i locali hanno accusato di portar via il lavoro (ci sarebbero dunque italiani pronti a spezzarsi la schiena sui campi) sono stati trasferiti altrove. Al controllo dei documenti è risultato che appena un centinaio di loro non era in regola. Le baracche dove quegli infelici abitavano sono state spianate dai bulldozer. Il problema, su cui s’è pronunciato con parole purtroppo di circostanza anche il Papa, è molto lontano dall’essere risolto. [Giorgio Dell’Arti]