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 2010  gennaio 25 Lunedì calendario

Google e la Cina

• Sono in tensione anche le relazioni con la Cina per via della presa di posizione di Google. Non siamo più disposti, hanno annunciato i vertici della società, a subire le censure di Pechino. Quindi o la Cina garantisce al web la stessa libertà di cui il web gode nel resto del mondo oppure ce ne torneremo a casa lasciando il paese privo del nostro servizio. Le autorità cinesi hanno risposto con prudenza, lasciando che a replicare fosse un viceministro: «L’incidente di Google non deve essere legato alle relazioni tra Cina e Usa, altrimenti si rischia di sopravvalutarlo. I rapporti tra i nostri due paesi restano sostanzialmente stabili. Se Google o qualsiasi altra impresa straniera ha dei problemi in Cina, questi devono essere risolti in accordo con la legge cinese, e il governo cinese vuole essere di aiuto nel risolvere i loro problemi». Senonché sull’argomento è poi tornata Hillary Clinton, facendo propria la battaglia di Google e mostrando che la minaccia di lasciare la Cina era stata concordata con la Casa Bianca. Il segretario di Stato, in un discorso di 40 minuti diffuso in tutto il mondo attraverso la Rete, ha detto che la lotta per difendere la libertà su Internet è lotta per un diritto fondamentale dell’uomo, di cui gli Stati Uniti intendono farsi carico: «A tutti deve essere consentito di criticare un governo senza conseguenze». Pechino, che tiene in pugno la Casa Bianca grazie alla montagna di dollari e di titoli Usa custoditi nelle sue cassaforti, ha reagito all’intervento di Hillary, che ha di fatto innalzato il livello dello scontro, rilanciando a sua volta in durezza: gli Stati Uniti la smettano o Google sarà oscurata comunque.