vanity, 17 maggio 2010
Manifestazioni in Thailandia
• In Thailandia due mesi di manifestazioni di piazza sono sfociati adesso in una specie di guerra civile che si svolge soprattutto a Bangkok. I morti degli ultimi giorni, fino al momento in cui scriviamo, sono 36 e i feriti 250. Le “camicie rosse”, cioè i ribelli, reclamano il ritorno di Thaksin Shinavatra, un ex poliziotto divenuto magnate delle telecomunicazioni ed eletto nel 2001 primo ministro con la maggioranza assoluta in Parlamento. Deposto da un golpe militare nel 2006 e costretto all’esilio nel 2007, Thaksin non si è dato per vinto e dal Montenegro (paese di cui ha preso la cittadinanza) ha organizzato la rivolta dei suoi. Il premier in carica si chiama Abhisit Vejjajiva e non è stato eletto. Nell’ultima settimana ha deciso di por fine ai disordini e ha dato ordine di sparare. Tra l’altro, le agitazioni stanno seriamente mettendo in pericolo il turismo, che è una fonte essenziale di ricavi (il reddito medio di un thailandese sta intorno ai 7.400 dollari l’anno, poco meno di 6.500 euro). Il re Bhumibol, che potrebbe tentare una mediazione, è gravemente malato. Le camicie rosse si sono dette disposte a un accordo, però con la presenza di un funzionario Onu. Le camicie gialle, cioè i governativi, hanno risposto che non c’è nessun accordo da raggiungere dato che loro sparano non sulla popolazione civile ma su un branco di terroristi. [Giorgio Dell’Arti]