vanity, 15 aprile 2006
Licenziata per il suo parlare imprudente
• Una Agnese (nome inventato) di Partinico (Palermo), 38 anni, cassiera in un bar, che si vede entrare di notte in casa uno sconosciuto intenzionato a violentarla; che resiste, grida, viene presa a cazzotti finché le luci delle case accanto non si accendono e si sentono le grida dei vicini: “Che c’è? Chi è?”; che vede fuggire il violentatore, di cui le è rimasta in mano una ciocca di capelli, e che racconta tutto alla polizia facendolo arrestare; ebbene, una donna così viene il giorno dopo licenziata dal bar in cui lavora e isolata dai compaesani che non le rivolgono più la parola, imputandole di averli messi tutti in pericolo col suo parlare imprudente. La polizia, oltre tutto, dopo aver catturato il violentatore (Emilio Zanini, 42 anni, giudicato capace “di ogni crimine”), scopre attraverso l’esame del Dna che proprio lui è l’assassino di Roberta Riina, una ragazza di 22 anni trovata lo scorso ottobre dalla sorella stesa per terra e col cranio fracassato. Anche qui Zanini era entrato di notte e dal balcone, con l’idea di far violenza a una donna che dormiva sola. [Giorgio Dell’Arti]