vanity, 28 agosto 2006
I caschi blu in Libano
• I caschi blu dell’Onu sono in partenza per il Libano, dove, nel momento in cui scriviamo, sembra tornata la pace. Effettivamente, tra l’incredulità generale, non si spara più e la tregua finora ha retto. La forza d’interdizione dovrebbe essere composta da settemila uomini, che forse in seguito diventeranno 15 mila. Gli italiani stanno mandando subito 2.500 soldati, che diventeranno 3.000 a ottobre e 3.500 a febbraio, quando il comando del contingente – guidato nel primo periodo dai francesi – passerà a noi. I francesi, a loro volta, si sono rassegnati a mandare duemila uomini. Il governo considera la missione un gran successo italiano e ha ragione. Persino ad Assisi, dove s’è svolta una marcia della pace (con poche persone però), si sono sentiti i radicali di sinistra inneggiare alla forza Onu. Questo può dare l’impressione di un’operazione tranquilla. In realtà è la spedizione più complicata e pericolosa degli ultimi anni. Ci si mette in mezzo a due contendenti in perenne tensione da quarant’anni e ci si è impegnati a mantenere la pace e a svolgere necessariamente anche operazioni di polizia. Che accadrà al primo hezbollah ucciso da un italiano? Che succederà se qualcuno dei nostri dovesse restare sul terreno dopo un conflitto a fuoco con l’uno o l’altro dei contendenti? [Giorgio Dell’Arti]