Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  settembre 04 Lunedì calendario

La nuova Finanziaria

• La Finanziaria, che prevedeva inizialmente tagli e nuove tasse per un importo di 35 miliardi di euro, è già scesa a 30 perché la sinistra radicale – Rifondazione in testa – ha chiesto di tener conto delle maggiori entrate fiscali e, anche per via di un rischio sussurrato di sciopero generale, il governo ha ceduto quasi subito. La sinistra radicale vorrebbe anche che i cosiddetti sacrifici si spalmassero su due anni invece che su uno (cioè 15 miliardi adesso, 15 l’anno prossimo). Però il Fondo Monetario Internazionale ci ha ammonito che il nostro debito è troppo alto e che non ci possiamo permettere un deficit superiore al 4%, come sarà inevitabilmente anche l’anno prossimo in caso di manovra morbida. C’è anche il rischio, in una situazione finanziaria poco convincente, di un abbassamento del rating del debito (cioè della sua affidabilità), cosa che ci farebbe pagare un tasso d’interesse più alto. Piero Ichino, sul Corriere della Sera, ha suggerito di risparmiare licenziando i tanti statali fannulloni, dato che, dovendosi comunque tagliare delle spese, sarebbe assurdo procedere semplicemente per anzianità, cioè con i prepensionamenti, mandando via cioè indiscriminatamente persone capaci e persone incapaci e tenendo a libro paga personale che non viene mai a lavorare o che se viene non fa assolutamente niente. Vittorio Feltri ha ammonito subito che si tratta di un’illusione: gli statali, comprendendo le loro famiglie, sono 8 milioni, e quale forza politica si metterà contro 8 milioni di elettori? I sindacati hanno fatto subito sapere che non se ne parla proprio.  [Giorgio Dell’Arti]