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 2010  giugno 21 Lunedì calendario

Indagini su Sepe e Lunardi

• I sostituti procuratori di Perugia indagano con regolare avviso di garanzia il cardinale Crescenzio Sepe e l’ex ministro dei Lavori Pubblici di Berlusconi, Pietro Lunardi. Il cardinale Sepe è adesso arcivescovo di Napoli, un simpatico prete-arrivista della provincia di Caserta, che si rivolge volentieri in dialetto ai fedeli, organizzò da impresario il Giubileo del 2000 e fece in Vaticano una gran carriera, arrivando a occupare la poltrona di prefetto della Propaganda Fide, la formidabile struttura vaticana che finanzia l’attività della Chiesa nel mondo (nove miliardi di patrimonio). Puntava alla segreteria di Stato, ma Benedetto XVI lo rimosse poco dopo essere stato eletto. I magistrati sospettano adesso un nutrito scambio di favori tra il cardinale e l’ex ministro e in particolare guardano con grande diffidenza a un finanziamento disposto nel 2003 dai Lavori Pubblici in favore di un restauro della sede di Propaganda Fide in piazza di Spagna a Roma: due milioni e mezzo di euro che la Corte dei Conti ha giudicato «incongrui» e «non giustificati». A Lunardi – è sempre l’ipotesi dell’accusa – il cardinale ha concesso ospitalità per 14 mesi in un palazzetto di via dei Prefetti sempre della Propaganda Fide, e l’allora ministro, a un certo punto, ha persino potuto comprare l’intero immobile a un prezzo che si dovrà eventualmente capire se e quanto di favore. È Lunardi stesso ad aver raccontato ai giornalisti di essere stato ospitato da Sepe. Ha detto di aver acquistato la palazzina per 3 milioni e 400 mila euro (mutuo da due milioni e 800 mila). «Una banca l’aveva valutato 4 milioni e 160 mila euro, ma c’erano otto persone dentro». Sempre Lunardi ha rivelato che a fare i lavori di ristrutturazione nella sede di Propaganda Fide in piazza di Spagna era l’architetto Zampolini con la ditta Anemone. Zampolini-Anemone sono il bandolo, come il lettore ricorderà, di tutta la matassa che avvolge l’affaire della presunta cricca di Angelo Balducci (per sommi capi: le presunte prestazioni sessuali offerte a Bertolaso e altri, i maneggi relativi alla costruzione del Salaria Village a Roma, l’architetto Zampolini che paga l’affitto con i soldi di Anemone per parecchi potenti, l’architetto Zampolini che, sempre con assegni di Anemone inferiori ai 12.500 euro, compra a Scajola la casa con vista Colosseo ecc.).

• Mentre il papa attaccava senza nominarlo il suo cardinale («Il sacerdozio non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero»), il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, lo difendeva a spada tratta, esprimendogli dai microfoni di Radio Vaticana «stima e solidarietà in questo momento difficile». Lombardi ha però aggiunto: «Bisognerà anche tenere conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi con questa vicenda». Cioè: il Concordato prevede che di qualunque iniziativa contro Sepe sia informata preventivamente la Segreteria di Stato. Poi, all’articolo 15 (rimasto identico a quello del 1929) attribuisce al prefetto di Propaganda Fide le stesse immunità dei diplomatici di uno stato estero, quindi tutto ciò che è avvenuto all’interno di quelle mura può essere considerato di esclusiva competenza del Vaticano senza che gli italiani possano metterci becco. L’articolo 4, punto 4, del Concordato dice addirittura: «Gli ecclesiastici non sono tenuti a dare a magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o su materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero». Del resto, basta il Codice penale italiano, articolo 200: i ministri dei culti non sono obbligati a deporre su quanto conosciuto in ragione del loro ministero. [Giorgio Dell’Arti]