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 2008  marzo 31 Lunedì calendario

Un tifoso morto

• C’è un altro morto di calcio, si chiama Matteo Bagnaresi, aveva 27 anni, era tifoso del Parma, è rimasto schiacciato sotto un pullman di tifosi juventini nell’autogrill Crocetta Nord, a pochi chilometri da Asti. La partita era Juventus-Parma, subito sospesa.

• La questione è se si sia trattato di un incidente, e magari addirittura di un incidente stradale, o se si abbia a che fare, ancora una volta, col rito domenicale delle partite e la residua quota di tifosi violenti che vanno a far la guerriglia in trasferta. La risposta giusta – a quanto si evince dalle testimonianze raccolte fino a questo momento, lunedì 31 marzo, ore 10 del mattino – parrebbe la seconda. La morte di Bagnaresi è stata preceduta da un assalto al pullman juventino da parte di tifosi del Parma, armati di cinghie e spranghe. Lo stesso Bagnaresi, già diffidato tre anni fa dall’entrare in uno stadio (diffida scaduta da pochi giorni), era un ultrà notissimo, non solo per l’intensa e violenta passione calcistica esercitata in una con i Boys di Parma, ma anche per l’irriducibile militanza sociale, vissuta nel centro intitolato alla memoria di Mario Lupo, un ragazzo ammazzato dai fascisti nel 1972. Un ”giovane contro”, insomma, figlio unico di un ingegnere della Barilla e di un’insegnante, sempre in prima linea a contrastare non solo le tifoserie avversarie ma anche l’inceneritore cittadino, o la via per Fabrizio Quattrocchi o i controlli del web o la legge Fini-Giovanardi (quella contro le droghe leggere). Ha perso la vita, ma è difficile sostenere che non fosse partito per Torino con intenzioni bellicose.

• La dinamica dei fatti sarebbe questa. mezzogiorno e mezza, siamo in quest’area di servizio vicino ad Asti, detta Crocetta Nord. La solita confusione domenicale, famiglie che si son fermate per andare al bagno o mangiare un panino, auto che entrano ed escono dai parcheggi, gente che ne approfitta per fumare, ecc. Arriva un pullman da Crema, mezzo vuoto: con 50 posti a disposizione, ha a bordo appena 23 tifosi della Juve. L’autista si chiama Siro Sponti, 41 anni, viene da Bergamo, è titolare dell’impresa di autotrasporti che porta il suo nome, poi risulterà negativo ai test dell’alcol e della droga. Scendono più o meno tutti, chi per fumare, chi per mangiare. Tre ragazze e due uomini vanno in bagno. Sponti pensa che la sosta sarà breve, resta vicino al pullman, tiene le porte aperte e il motore acceso. Sembra una trasferta tranquilla. In una sosta precedente hanno incrociato tifosi del Parma molto cordiali, con i quali si son messi a chiacchierare delle condizioni di visibilità del Comunale. Anche qui c’è qualche tifoso del Parma con cui gli juventini parlano senza problemi. in questo momento che accade la tragedia. Tra le molte testimonianze, ecco quella di Matteo, che ha lasciato al cronista di Repubblica il suo numero di telefono: «Sono arrivati due pullman. Sono scesi 200 Boys del Parma. Non hanno detto neppure una parola, sono passati subito all´azione. Si sono alzati le sciarpe sulla bocca, avevano berretti e mazze, bottiglie e cinghie alla mano. Erano duecento contro venti». Sponti sente le urla: «Sono salito subito al posto di guida. Avevo il terrore che mi spaccassero il parabrezza. Ho sentito nitidamente un rumore fragoroso, come qualcosa che si spacca. Ho visto alcuni tifosi bianconeri correre e salire a bordo. Ho sentito le urla: ”Parti, vai!”. Ho messo la prima e sono andato». L’autista è partito di fretta e non ha visto il ragazzo che s’era piazzato alla sua sinistra, a quanto pare in posizione cieca per chi era al volante. Si trattava di Bagnaresi. Travolto e stritolato. Sponti se n’è accorto: ha sentito sotto le ruote «come un dosso» e ha capito. Ma si è fermato solo un chilometro dopo, sotto un cavalcavia. sceso e ha chiamato la polizia. Le tre ragazze e i due ragazzi che erano andati in bagno, ed erano stati lasciati a terra, si erano intanto rifugiati nelle cucine dell’autogrill per evitare il linciaggio.

• Pressoché certo che saranno vietate, a questo punto, tutte le trasferte dei tifosi e che saranno intensificati i controlli in autostrada e nelle stazioni di servizio. Il tifo violento, dopo i provvedimenti dell’ultimo anno (a partire dal 27 gennaio 2007, giorno in cui Ermanno Licursi fu ammazzato a calci da quelli della Cancellese, i morti da calcio sono stati quattro), è nettamente calato, non ci sono più treni devastati, e sono diminuiti anche gli incidenti negli stadi. Ma è aumentato il pericolo fuori, in autostrada o nelle vie che circondano gli stadi. Partendo da questo, gli ultrà e i loro rappresentanti argomentano che «era meglio prima». Trattandosi del comportamento insensato di persone che hanno passione soprattutto per la violenza, sarà però difficile evitare un nuovo giro di vite. [Giorgio Dell’Arti]