vanity, 19 maggio 2008
Omicidio vicino Caltanissetta
• Lorena Cultraro, 14 anni, da Niscemi (Caltanissetta) capelli castani a caschetto con le mèches, occhi scuri, magrolina, sempre con i jeans elasticizzati, vuol fare la parrucchiera, s’è comprata la piastra e s’allena con la zia. Il papà, Giuseppe, imbianchino, le ha promesso il motorino. Nel tempo libero ascolta i dischi di Laura Pausini oppure guarda Maria De Filippi. C’è un fratellino più piccolo, c’è una nonna che le dà qualche soldo, c’è stato un fidanzato di nome Alessandro, campioncino nelle corse a ostacoli, che qualche mese fa l’ha lasciata e l’ha resa triste. Una vita qualunque, una famiglia normale. Ma, alla fine di aprile, c’è un ritardo nelle mestruazioni e, benché il test sia negativo, la ragazzina si mette in testa di essere incinta. Da quando Alessandro se n’è andato, lei – forse per farlo ingelosire – ha scherzato con altri ragazzi e adoperiamo apposta il verbo ”scherzare” perché non è ancora chiaro né se fosse davvero incinta né che cosa fosse davvero successo con questi ragazzi. Questi altri ragazzi sono due, oltre allo stesso Alessandro. Il 30 aprile Lorena li chiama tutti e tre e gli dà un appuntamento segreto. Si tratta dell’ex fidanzato Alessandro, di 15 anni, di un Domenico di 17 anni, figlio di un contadino, e di un Giuseppe di 16 anni, che da poco aveva cominciato ad aiutare il padre in campagna. Quando i tre si sentono dire da Lorena: «Uno di voi m’ha messo incinta e adesso io vi incolpo a tutti quanti», Domenico l’ha invitata a fare un giro con lui a piedi per parlarne meglio, intanto Alessandro e Giuseppe, avvertiti da un sms che dice solo «la dobbiamo ammazzare», arrivano a un casolare di contrada Giummarra. Qui Lorena viene violentata da tutti e tre a turno, strozzata col cavo di un’antenna tv, poi bruciata e gettata in un pozzo con una pietra legata al collo. I genitori che, nei quindici giorni successivi, la cercano disperatamente si sono persino rivolti a Chi l’ha visto?. Il contadino proprietario del pozzo ha poi trovato il corpo nel corso di una verifica sul livello dell’acqua. I tre hanno confessato e uno di loro, dopo, ha chiesto: «Adesso che vi ho raccontato tutto, posso tornare a casa?». Poiché i loro avvocati chiederanno il rito abbreviato, non saranno condannati a più di 15 anni. [Giorgio Dell’Arti]