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 2010  giugno 28 Lunedì calendario

Il federalismo demaniale

• È in marcia il federalismo demaniale, il cui decreto attuativo è stato emesso dal consiglio dei ministri lo scorso 21 maggio. Si aspetta la lista ufficiale dei beni che lo Stato passerà alle Regioni, alle Province, ai Comuni e alle Città metropolitane perché li gestiscano al meglio ed eventualmente li vendano. L’Ansa, non smentita, ha messo in rete domenica pomeriggio una prima lista: a Roma (che comprende un quarto di tutto il patrimonio) sono in procinto di cambiar padrone, tra gli altri, l’area dove si svolge il mercato di Porta Portese, il museo di Villa Giulia, il cinema Nuovo Sacher gestito da Nanni Moretti, la facoltà di Ingegneria a San Pietro in Vincoli. Fuori di Roma i pezzi più clamorosi sono certi siti celebri delle Dolomiti (le Tofane, il Sorapis, la montagna dei Set Sass Val Parola nel Col di Lana, la Croda del Beccò a Cortina, l’Alpe Faloria, la Croda Rossa-Monte Cristallo), l’isola di Santo Stefano che fronteggia Ventotene e dove è pressoché intatto il carcere in cui vennero rinchiusi tanti patrioti (diventerà hotel di lusso?), gli isolotti prossimi alla Maddalena, la spiaggia del Lago di Como, le Mura degli Angeli a Genova, l’ex Forte Sant’Erasmo a Venezia. Valore di libro: tre miliardi e duecento milioni, molto inferiore alla stima commerciale. Da tutta questa roba lo Stato non ricava che 189 milioni, e l’idea è che le amministrazioni periferiche sappiano far meglio dello Stato in termini di manutenzione, valorizzazione e sfruttamento economica. La polemica è forte, ma il federalismo demaniale è stato approvato anche da Di Di Pietro: il Pd, al momento del voto, s’è astenuto per non votare a favore. In caso di maltrattamenti del bene, lo Stato può sempre commissariarlo. In caso di vendita, tre quarti della somma devono servire a ripagare i debiti dello stesso bene. Il resto è destinato a diminuire il debito pubblico. [Giorgio Dell’Arti]