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 2009  gennaio 26 Lunedì calendario

Fiat e Chrysler

• La Fiat potrebbe diventare padrona di Chrysler, annuncio che si giudicherebbe formidabile e che invece ha precipitato il titolo al suo minimo storico (3,63 euro, venerdì 23). Tra le due case è stata firmata una lettera di intenti non vincolante in base alla quale il prossimo aprile il 35 per cento della casa americana potrebbe passare ai piemontesi. Non vi sarebbe esborso di denaro, ma solo la messa a disposizione, da parte di Fiat, di piattaforme, brevetti e quant’altro necessario a fabbricare in America macchine piccole, a basso consumo e a basso impatto ecologico. Quelle che vuole Obama, cioè, per concedere alla casa di Detroit altri tre miliardi di finanziamento, dopo i quattro arrivati in dicembre. Fiat potrebbe poi prendere un altro 20 per cento sborsando 25 milioni di dollari. Teniamo conto che Chrysler oggi non vale niente (Daimler, che ne ha un 19,9 per cento, l’ha messa in bilancio a valore zero) e che lo sbarco in America richiederà comunque da parte di Fiat un bel po’ di investimenti. Per tenersi i quasi 4 miliardi di liquidità che ha in cassa, l’amministratore Marchionne sta infatti ritardando i pagamenti ai fornitori (che già stavano a 120 giorni e adesso si trovano come minimo a 150), non ha riconosciuto per intero le tredicesime ai cassintegrati, sta negoziando il rinvio di un anno del saldo dei debiti con le banche (quasi 5 miliardi) e, infine – decisione che ha affossato l’azione in Borsa, ha stabilito di non riconoscere dividendo agli azionisti, nonostante un utile 2008 di 1,7 miliardi. Fiat non lo dice, ma ha poi mosso tutte le sue pedine per avere dallo Stato un qualche aiuto e infatti Berlusconi ha convocato per questa settimana un tavolo dove si deciderà una nuova rottamazione o qualcosa di simile. La Lega è contraria, ma gli aiuti avrebbero senso soprattutto per questo: francesi, tedeschi, inglesi e spagnoli stanno aiutando il loro settore automobilistico e questo rischia di favorirli nella concorrenza con gli italiani. Anche in America c’è una corrente che rema contro Fiat: se vogliono arrivare ai tre miliardi di finanziamento Chrysler – dicono gli oppositori – perché gli italiani non mettono qualche soldo anche loro? [Giorgio Dell’Arti]