vanity, 2 febbraio 2009
Carlo De Benedetti esce di scena
• Con una conferenza stampa convocata dalla mattina alla sera, e risolta poi in una ventina di minuti, Carlo De Benedetti ha annunciato l’abbandono di tutte le presidenze del gruppo (Cir, Cofide, Espresso, M&C) e l’uscita dalla scena politico-economica-finanziaria che l’ha visto protagonista per più di trent’anni. Si tratta tuttavia di un addio non proprio definitivo: l’ingegnere infatti non intende mollare il potere sul polo editoriale. Ha annunciato che sarà sempre lui a nominare i direttori di Repubblica e dell’Espresso e che, lui vivo, i giornali del gruppo non saranno mai venduti. Questi annunci vanno capiti all’interno dei grandi contrasti col figlio Rodolfo, erede designato nella gestione del patrimonio di famiglia. Il giovane De Benedetti (un uomo di 48 anni, sposato con Emanuelle de Villepin, molto legato ai suoi tre figli, per nulla interessato alla politica né al giornalismo né alla mondanità) pensa infatti che la parte editoriale del patrimonio sia una palla al piede di cui bisogna disfarsi al più presto per puntare specialmente sull’energia. Il padre, che qualunque cosa si pensi è stato un grande editore, da quell’orecchio non ci vuole sentire. Gli analisti hanno calcolato che Repubblica, alla fine di un’operazione spezzatino capace di valorizzare le varie parti del polo editoriale, dovrebbe valere sui 600 milioni. L’unico acquirente possibile sarebbe, sempre secondo questi bene informati, Murdoch. [Giorgio Dell’Arti]