vanity, 13 febbraio 2009
Crisi economica
• La notizia secondo la quale il Pil italiano nel 2008 sarebbe calato dello 0,9% (e il quarto trimestre segnerebbe un arretramento del 2,6%), è niente di fronte all’indiscrezione pubblicata da Repubblica domenica. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, avrebbe detto a un gruppo di giornalisti incontrati per caso in margine al G8 che le perdite delle banche causate dai mutui subprime starebbero tra i 1.400 e i 2.200 miliardi di euro. Poco prima Draghi aveva ufficialmente chiesto che le banche tirassero fuori tutti i «titoli tossici», cioè quelle obbligazioni che, valutate a suo tempo fior di euro, oggi risultano di valore zero. Tremonti ha scritto sul Corriere della Sera che questa massa di titoli-spazzatura rappresenta nei bilanci delle banche un valore pari a 12,5 volte il Pil mondiale, che è un numero parecchio peggiore di quello di Draghi. Anche all’Ecofin che si è svolto martedì 10 si è data (sempre riservatamente) una valutazione dei titoli tossici peggiore di quella di Draghi: 18 trilioni, cioè 18 mila miliardi di euro di valore dichiarato, ma in realtà inesistente, nelle sole banche europee. Tutte perdite da assorbire. Mentre questa girandola di numeri vorticava sulle teste dei giornalisti, i ministri economici del G8, riuniti a Roma, chiudevano il loro vertice con comunicati talmente banali da risultare quasi privi di significato: riscrivere le regole, difendere la stabilità, no al protezionismo eccetera eccetera. Quello che ministri e capi di governo ripetono da mesi senza che si veda un minimo segno di miglioramento nonostante il mercato sia stato inondato da miliardi e miliardi di dollari in America e da miliardi e miliardi di euro in Europa.
• In termini annualizzati (cioè moltiplicando per quattro i risultati dell’ultimo trimestre), la Germania è andata indietro dell’8,2%, l’Italia del 7%, la zona euro, nel complesso, del 6% e gli Stati Uniti, invece, solo del 3,8%. Obama è tuttavia entrato in una zona critica. Un altro ministro è risultato incompatibile e ha preferito dimettersi (Judd Gregg dal Commercio) e il piano da 2000 miliardi di dollari presentato dal responsabile del Tesoro Geithner, appena approvato, ha provocato una caduta del 5% a Wall Street. Il mercato, senza farsi impressionare dai duemila miliardi, non ha capito bene come Obama intende raggiungere, con quel denaro, gli obiettivi dichiarati e ha buttato giù gli indici. [Giorgio Dell’Arti]