vanity, 18 febbraio 2009
Veltroni chiede scusa
• In una strana conferenza stampa, dove ai giornalisti è proibito far domande ma dove dalla platea partono di continuo degli applausi, Veltroni, senza cravatta e con l’aria distesa al punto da sembrar sorridente, chiede scusa, dice che non ce l’ha fatta, raccomanda che al suo successore non si faccia quello che è stato fatto a lui, pronuncia infine un discorso pieno di buone intenzioni e di sogni colorati, dichiarando di aver voluto tenere tutti uniti e di aver sbagliato in questo. D’Alema non è presente e non viene nominato, Bersani ascolta il discorso con preoccupazione, gli altri big alla fine ufficialmente non commentano. Ma il giudizio è in realtà assai severo: Togliatti, Longo, Berlinguer – che sarebbero i maestri alla cui scuola è cresciuto Veltroni – si staranno rivoltando nella tomba di fronte allo spettacolo di un capo che crede di assumersi le sue responsabilità fuggendo e lasciando il partito in macerie, mentre l’avversario di destra imperversa e mette in pericolo le istituzioni democratiche (stiamo adoperando il linguaggio del Pd) e si avvicinano scadenze decisive come le elezioni europee, le elezioni amministrative, il referendum sulla legge elettorale, ecc. [Giorgio Dell’Arti]