vanity, 15 marzo 2009
Venti cani assalgono un bambino
• Nei pressi di Ragusa, una ventina di cani ha assalito il bambino Giuseppe Brafa che se ne andava a spasso sulla sua bicicletta verde lungo il litorale che corre tra Marina di Modica e Samperi, in contrada Pisciotto. Azzannato in faccia e alle cosce, trascinato per una decina di metri dalle bestie furibonde, lasciato sul terreno all’arrivo dei carabinieri, Giuseppe è poi morto mentre lo caricavano sull’elicottero, mormorando: «Ho freddo, voglio la mamma». S’è subito saputo che, nello stesso giorno, erano stati morsi dal medesimo branco un altro bambino (gravemente, ma si è salvato) e un adulto di 45 anni (ferite lievi). E che dall’agosto scorso decine e decine di volte si erano verificati episodi analoghi, tanto che la Gazzetta del Sud aveva dedicato ai randagi del posto una decina di servizi. I carabinieri hanno messo in carcere un Virgilio Giglio di 62 anni, un quasi-barbone che teneva in un suo spiazzo malamente recintato una sessantina di cani malconci e irritati, a cui non prestava soverchie cure e che nutriva con carcasse prese al macello o con le carogne di altri cani morti dello stesso branco. Il magistrato dice che le bestie assassine di Giuseppe erano sue o, almeno, gli erano state affidate (i comuni pagano per questi servizi un tanto ad animale). Giglio dice di no. Intanto, due giorni dopo, sei di questi cani, guidati da una femmina capo-branco, erano saltati addosso a una turista tedesca di 24 anni, Marya M., che faceva footing sulla spiaggia: morsi in faccia, sulle gambe, sul seno e, infine, l’occhio destro cavato con una zampata. La poveretta, sulle prime in fin di vita, è stata ricucita e si salverà. Un po’ di cani sono stati abbattuti. Ma il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, s’è raccomandata di evitare mattanze e ha ricordato che i randagi vanno anestetizzati, catturati e solo dopo, eventualmente, soppressi. [Giorgio Dell’Arti]