vanity, 26 marzo 2009
Il testamento biologico
• Oggi il Senato ha licenziato un testo – ora all’esame di Montecitorio – in cui non sono più previste volontà vincolanti del paziente. In pratica, un medico potrà continuare a tenere in vita un malato nello stato di Eluana Englaro anche se questi avrà messo per iscritto che, verificandosi certe condizioni, desidera che lo si lasci andare. Ci sono state molte polemiche e, tra queste, l’osservazione di Adriano Sofri che una volta tanto il premier ha lasciato che il Parlamento legiferasse secondo un sentimento che non appartiene alla maggioranza dei cittadini italiani, i quali credono che, in quei casi estremi, la scelta sul che fare appartenga a ciascuno di loro. Ha invece prevalso, nei parlamentari del centro-destra (con qualche eccezione) e in un gruppo non piccolo di senatori del centro-sinistra, la linea della Chiesa, la quale dice quello che ha sempre detto e cioè che la vita appartiene a Dio e non è nelle nostre disponibilità. Fini, parlando sabato al congresso fondativo del Pdl, ha detto che però Stato e Chiesa devono stare ben distinti e che legiferare in base a un principio morale è tipico delle teocrazie. Non ha citato gli ayatollah dell’Iran, ma il senso era quello. Il presidente del Senato, Schifani, gli ha risposto che «laicità non significa omissione di responsabilità», frase che francamente avremmo difficoltà a decifrare completamente. Il segno della difficoltà politica è in questo: Berlusconi, nella sua replica finale, ha totalmente evitato l’argomento, che considera evidentemente un guaio. [Giorgio Dell’Arti]