Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1981  luglio 25 Sabato calendario

Niente da fare: Peci va giustiziato

• A Napoli e Roma viene ritrovato un nuovo documento dal Fronte delle carceri: «Morte per il traditore Roberto Peci», scrivono. «Tutta la campagna Peci non è il punto di arrivo della offensiva proletaria, ma il punto di partenza dell’attacco che le forze rivoluzionarie scateneranno d’ora in poi nei confronti del nemico»; aggiungono che procederanno in tempi stretti «all’esecuzione della sentenza di condanna»; allegano una foto dell’ostaggio ammanettato e due sue lettere a Craxi e al presidente della Rai, Zavoli. Peci prega che la cassetta con l’interrogatorio cui è stato sottoposto venga trasmessa e scrive: «Concludo appellandomi a lei: sono sicuro che non mi deluderà e terrà conto dell’estrema urgenza comportata dalla mia situazione». Antonietta Peci: «Mi pare che sia una richiesta assurda, ma per la vita di Roberto farò tutto ciò che è in mio potere perché quella trasmissione ci sia. Ma i brigatisti che tengono prigioniero mio marito devono capire che anche noi siamo soli, non abbiamo nessun aiuto. Quel che potevamo fare, lo abbiamo fatto». [a Ezio Mauro, La Stampa 26/7/1981] Anche secondo l’Avanti!, che ha pubblicato i verbali dell’interrogatorio, la richiesta dei brigatisti è impossibile: «È noto che la magistratura ha provveduto a incriminare Radio Radicale per aver diffuso una videocassetta su Ciro Cirillo proveniente dalle Br e che la registrazione riguardante Roberto Peci è stata sequestrata dalla polizia. Ciò significa che la condizione è inattuabile». In serata i Peci ricevono una telefonata (voce maschile, linguaggio da persona colta): «Parlo a nome del comitato proletario di Roma. La situazione è grave, dovete far pubblicare i verbali e diffondere il videotape. Il problema non è umanitario, ma politico».

• Dopo il rilascio di Cirillo arrestati a Napoli 20 presunti terroristi, la magistratura ha emesso 56 ordini di cattura che coinvolgono soprattutto i postini delle Br. I giornali scrivono che per la liberazione di Cirillo è stato pagato un riscatto di un miliardo e 450 milioni di lire in banconote da 5mila e 10mila. Tra gli arrestati l’appuntato della guardia di finanza Giovanni Campanella, lo studente universitario Umberto Maddalena, figlio di un alto magistrato, e Gilda Pianale, sorella di Maria Pia capo storico dei Nuclei Armati proletari.