10 giugno 1981
Tags : Roberto Peci
Roberto Peci portato via in una 127 rossa
• A
meno di un’ora dall’appuntamento Roberto Peci riceve una telefonata di
conferma. Alle 18.15 con la Panda celeste imbocca la stradina indicata. Appena
svoltato, alle sue spalle una moto si guasta e blocca l’ingresso a tutte le
altre auto. Alla fine di via Boito, nella parte opposta a dove Roberto Peci è
entrato, una Saab marrone a motore acceso si mette di traverso. Davanti al
cancello del villino al civico 6 ci sono due uomini. Poco distante una 127
rossa. Mentre Peci accosta la macchina, i due uomini a piedi lo fanno fermare,
un altro gli punta la pistola alla tempia, lo fanno togliere dal posto di
guida. Con la macchina arrivano quasi fino all’autostrada, chiudono Peci nel
bagagliaio della 127, parcheggiano la Panda in direzione opposta a dove
vogliono andare, la puliscono dentro per togliere le impronte. La 127 prende la
statale verso nord, verso Ancona. Destinazione finale: Roma.
• In
autostrada, sullo svincolo per Roma, la 127 buca una gomma. I rapitori si
fermano per cambiarla. Una pattuglia della polizia stradale si accosta e chiede
se serve aiuto, ma quelli rifiutano. Roberto Peci nel bagagliaio ha caldo,
chiede che lascino il finestrino aperto per far entrare un po’ d’aria. Gli
spiegano che lo terranno per due o tre settimane, giusto il tempo di far «uscir
fuori la verità sulla cattura» del fratello. È spaventato, ma piano piano si
calma. L’auto si ferma in un autogrill, i sequestratori gli portano un caffè.
Arrivano a Roma alle 22. Con gli occhi bendati lo portano in via della Stazione
di Tor Sapienza: al civico 38 è l’appartamento in cui lo terranno. Prima di
farlo salire in casa aspettano le ore 1.30 nel giardinetto del condominio, per
essere essere certi di non incontrare nessuno. Intanto a San Benedetto del
Tronto Antonietta Girolami, moglie di Roberto, e tutta la famiglia Peci sono
molto preoccupati e avvertono i carabinieri.
• Portato
Roberto Peci nella prigione gli permettono di lavarsi, gli danno una maglietta
pulita, lo fanno sdraiare su una brandina posta sotto una tenda. Nel frigo non
c’è niente e perciò nessuno mangia, però preparano una camomilla per l’ostaggio
che è un po’ agitato. Alcuni dei carcerieri partono per Napoli.