vanity, 22 giugno 2009
Tarantini e il Cavaliere
• Anche se sotto voce, anche se con mille distinguo, la questione dell’uscita di scena di Berlusconi ha cominciato a circolare tra potenti e vice-potenti d’Italia, cioè a Montecitorio, nelle redazioni dei giornali, tra gli industriali, tra i preti e tra gli altri semimondani che contano o credono di contare qualcosa. S’è ormai capito che il premier ama circondarsi di belle ragazze e che si rilassa solamente se la sera, in mezzo a qualche canzone e a qualche barzelletta, può cenare con gli amici e con qualche giovane simpatica e facile all’allegria. Quanto facile? E a quale allegria? A Bari, a margine di un’inchiesta che riguarda la sanità pugliese e che rischia di mettere in un guaio molto serio i caporioni locali del Pd e della sinistra in genere (Vendola compreso), è uscito fuori un filone che mena dritto al romano Palazzo Grazioli, la casa-ufficio del presidente, e che è molto più succoso da raccontare, per i giornali, delle noiose questioni legate alle gare d’appalto. Fino ad ora s’è capito questo: Gianpaolo Tarantini, un imprenditore di 35 anni titolare di un’azienda di tecnologie ospedaliere (la Tecnohospital) con villa in Sardegna non lontana da quella di Berlusconi, veniva volentieri a trovare il Cavaliere anche a Roma e più d’una volta (almeno tre, forse cinque) si faceva accompagnare da qualche fanciulla avvenente, tutte bellezze che passavano i portoni di via del Plebiscito senza quasi subire controlli, dato che il Tarantini era conosciuto dalle guardie del Cavaliere. Questo ha creato un primo allarme tra i giudici. Ma oltre a questo, c’è il fatto che Tarantini pagava le sue amiche per le loro prestazioni - quando mille e quando duemila euro - e questo ha fatto scattare un’ipotesi di istigazione alla prostituzione. Siamo nel penale, e in un penale sordido. Che ci faceva il capo del governo con queste ospiti? Niente di speciale secondo molti degli invitati di quelle cene. Sesso, almeno una volta e almeno con una di loro, secondo le testimoni intervistate dal Corriere della Sera e da Repubblica. Pagando dopo? No, sì, forse. C’erano dei gioiellini in omaggio durante le cene, ma non necessariamente legati a una prestazione. E la ragazza intervistata da Repubblica ha anche detto di essere andata a un certo punto a Villa Certosa e, senza aver offerto nessuna prestazione particolare (perché – dice lei – «non sono una di quelle»), di aver ricevuto prima di tornare a casa una busta piena di soldi. Il presidente, ha aggiunto, è una persona tanto carina.
• Un po’ di luce su queste ragazze. La prima, e fino ad ora la più importante, si chiama Patrizia D’Addario. Ha raccontato a Fiorenza Sarzanini del Corriere (intervista uscita mercoledì 17 giugno) di essere stata due volte a Palazzo Grazioli. La prima a ottobre («e non mi sono fermata per la notte»), la seconda il 4 novembre, la sera in cui fu eletto Obama, in cui invece si fermò. C’erano con lei due amiche. Le venne consigliato di farsi chiamare Alessia. La D’Addario, che sta sulla quarantina e che, come s’è scoperto dopo, frequenta parecchio, doveva essersi insinuata piuttosto bene nel sistema: alle ultime comunali è stata candidata in una lista «La Puglia prima di tutto», inclusa nel Pdl. Da Berlusconi voleva essere aiutata per la costruzione di un residence su un terreno della famiglia. S’è decisa a parlare – dice - perché le promesse a cui aveva creduto non sono state mantenute. «Sono stata ingannata». Afferma di avere le registrazioni di quanto successo e Repubblica ha scritto di averne ricostruito il contenuto (benché il sonoro risulti mediocre). A un certo momento, si sentirebbe l’uomo che si presume essere Berlusconi dire alla D’Addario: «Aspettami nel letto grande». E la D’Addario rispondere: «Sì, nel letto grande». In una telefonata del giorno dopo, la D’Addario dice all’ipotetico Berlusconi: «Sono un po’ rauca». E il presunto Berlusconi risponde: «Strano, ieri sera non ho sentito strilli».
• La seconda donna, compagna di Patrizia-Alessia nella serata chiave, si chiama Barbara Montereale, ha 23 anni, viene da Modugno, provincia di Bari. Ha reso questa testimonianza a Repubblica: «L’accordo era che io, Gianpaolo e l’altra ragazza lasciassimo sola Patrizia con il presidente […] Sapevano tutti a quella cena che lei era una escort […] La mattina dopo Patrizia […] mi raccontò di aver avuto un rapporto sessuale con il Presidente. E aggiunse di non essere stata pagata. Aggiunse anche però che non le interessavano tanto i soldi quanto che lui le desse una mano con una questione che riguardava la costruzione di un residence». Barbara dice che tutte le bellezze chiamano il premier Papi. Stata a Villa Certosa in gennaio, durante una festa a cui partecipavano anche Susanna Petruni e la Carolina del Grande Fratello. Alla domanda, come fu il Presidente? La Montereale ha risposto: «Molto dolce. Come un padre. Gli raccontai che avevo perso i genitori. Che la mia bimba non stava bene. Che non ce la facevo a tirare avanti da sola. Lui mi diede un bacio sulla fronte e prima che partissi mi consegnò una busta. Dentro c’era una cifra molto generosa in contanti. Fu un gesto bellissimo».
Stamattina (lunedì 22 giugno, ore 10) il sito di Repubblica scrive che, in base a quanto riferisce un indagato, «alcuni dei partecipanti alle feste sarde […] facevano uso di sostanze stupefacenti». Le feste sotto esame sono cinque. Le preoccupazioni per la facilità con cui persone mai viste prima entravano nelle residenze del premier e facevano fotografie è assai alta. Da esse deriva il timore che il capo del governo «sia ricattabile». Si tenga conto che Palazzo Grazioli è ormai assimilato a “residenza di Stato”.
• Polemiche, perché era probabilmente a questo che alludeva D’Alema quando aveva parlato di “scosse” capaci di mettere a rischio il governo. Problema: come poteva sapere quello che stava per succedere? [Giorgio Dell’Arti]