vanity, 13 luglio 2009
L’agenda del vertice
• L’agenda vera del vertice era però questa:
1 – Come affrontare la crisi economica;
2 – Come affrontare l’emergenza climatica;
3 – Come affrontare il dramma del Terzo Mondo e dell’Africa in particolare.
• Crisi economica: qui sono state dette delle ovvietà, che s’erano già sentite altre volte: ripresa equilibrata, sicurezza sociale, nuovo impulso al commercio internazionale chiudendo finalmente il cosiddetto Doha Round (un insieme di regole che dovrebbero liberalizzare i commerci e su cui le nazioni litigano da otto anni senza arrivare da nessuna parte), libertà dei mercati e no alle barriere protezionistiche, cioè ai dazi. Secondo i Grandi della Terra vi sono segni di stabilizzazione e di ripresa della fiducia, le politiche adottate per soccorrere il sistema finanziario (cioè pompare carta moneta nel sistema) continueranno fino a che sarà necessario, bisogna mettere al primo posto le persone, eccetera eccetera. Questi discorsi senza sugo sono stati fatti mentre la speculazione ripartiva alla grande e faceva andar su i prezzi di petrolio e materie prime. E mentre le banche ricominciavano i giochetti finanziari d’un tempo. Da notare che negli stessi istanti in cui i Potenti siglavano le otto cartelle a spazio 3 contenenti le loro buone volontà economiche, le azioni di Aig, la mega-assicurazione americana tenuta in piedi con una quadrupla immissione di liquidità pari a 182 miliardi di dollari, precipitavano ventilando una bancarotta gigantesca e sempre più difficile da scongiurare. E i nove fondi chiamati da Barack ad aiutare le banche, impestate da almeno 2.500 miliardi di titoli tossici, hanno sommessamente fatto sapere che avrebbero messo mano al portafoglio molto, molto malvolentieri. [Giorgio Dell’Arti]