vanity, 13 luglio 2009
Il G8
• Sarà bene chiarire subito che il G8 non decide niente. I grandi stanno intorno a un tavolo e prendono certi impegni. Il realizzarsi effettivo di questi impegni in qualche decisione operativa seguirà, se seguirà. A che serve allora un simile can can? Ma intanto gli impegni non possono essere del tutto promesse da marinaio, dunque dopo le linee generali tracciate nel corso della discussione e consegnate poi a documenti scritti e sottoscritti, qualcosa succede. Inoltre è bene che i potenti della Terra si vedano e parlino, dato che questo è utile a evitare le guerre. Per esempio, durante la discussione s’è concretizzata una linea comune contro la crescita nucleare (in senso bellico) dell’Iran. emersa una volontà piuttosto nuova di aiutare la Palestina e di perseguire con forza la politica dei due stati (uno per Israele e uno per i palestinesi), tanto è vero che, a vertice finito, il premier israeliano Netanyahu ha chiesto ad Abu Mazen di far ricominciare la trattativa «tra i due popoli». Il vertice ha costituito una lezione anche per il presidente cinese Hu Jintao, che dopo essersi sentito fare una garbata lezione sui diritti civili dal presidente Napolitano, ha dovuto abbandonare i lavori e rientrare precipitosamente in patria per affrontare la rivolta dello Xinjang, dove i turcomanni musulmani non intendono farsi cancellare dall’etnia han dominante in Cina (quasi 200 morti, finora). Il presidente Obama ha poi incontrato il Papa e questo ha raffreddato certe tensioni presenti tra la nuova amministrazione americana e la Chiesa, specialmente sulla questione della libera ricerca intorno alle staminali. Il presidente ha promesso una politica di contrasto agli aborti e di aiuto alle madri. Benedetto s’è dichiarato soddisfatto. Bene, da questo punto di vista, anche l’incontro di Obama con Berlusconi, che fino ad oggi era sembrato avere un problema con gli Stati Uniti e che alla fine dei lavori ha invece elogiato il presidente Usa, annunciando di condividerne la linea in tutto e per tutto. Il Cavaliere ha persino criticato certe scelte del suo vecchio amico Bush. [Giorgio Dell’Arti]