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 2009  luglio 27 Lunedì calendario

La sanità in Italia

• In tutt’Italia, le Regioni a posto con la Sanità sono appena cinque: Lombardia, Friuli, Toscana, Umbria e Marche. L’espressione “a posto” significa “a posto con i conti” e l’esperienza dimostra che il servizio funziona meglio proprio là dove i conti tornano. Per avere un’idea delle dimensioni del problema basterà sapere che l’80% di tutta la spesa delle Regionali è impegnata proprio dalla Sanità, dunque le inefficienze di questo settore sono di fatto le inefficienze dell’intera amministrazione. Lazio e Abruzzi sono già stati commissariati, alla fine della scorsa settimana è toccato a Molise e Campania, si sa che in settembre sarà la volta della Calabria e che a un certo punto toccherà anche alla Sicilia. L’essere in rosso non è ancora disastroso. Intanto si può star sotto per piccole cifre. Poi si possono approntare dei piani di rientro: Tremonti li ha chiesti, la Campania e il Molise li hanno inviati, i tecnici del governo li hanno giudicati poco credibili quando non insostenibili. Con la Campania è capitato che i numeri di Roma fossero diversi da quelli di Napoli, e naturalmente al momento di decidere Roma ha dato fede ai numeri suoi. Bassolino s’è indignato moltissimo e non l’ha placato il fatto che il governo – davvero stranamente – abbia nominato commissario proprio lui. Il lettore deve prender confidenza con questa parola, ”commissario”. Per l’esattezza si dovrebbe dire “commissario ad acta”, una figura amministrativa che viene mandata – dal giudice o da un’amministrazione gerarchicamente superiore – a compiere gli atti che i funzionari deputati o non hanno compiuto o si rifiutano di compiere. In questo caso il commissario deve far rientrare il passivo, adottando tutte le misure del caso: ticket da far pagare al pubblico, aumento dell’addizionale Irpef, sempre a carico dei cittadini, chiusura di strutture inefficienti, eccetera. Un pugno duro che a giudizio dei più ci voleva. [Giorgio Dell’Arti]