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 2009  agosto 10 Lunedì calendario

Il prezzo del petrolio

• La scorsa settimana il petrolio è di nuovo tornato sopra i 70 dollari, evento che ha provocato aumenti della benzina e polemiche di ogni tipo. Non è detto che una frazione del rincaro non sia dovuta proprio all’azione dei pirati. Costoro fatturano almeno 50 milioni di dollari l’anno e hanno costretto le assicurazioni a rincarare di molto le polizze sui trasporti oppure hanno convinto qualche compagnia di navigazione a lasciar perdere il golfo di Suez e a circumnavigare piuttosto l’Africa, restando in mare altre due-tre settimane e bruciando dalle trecento alle mille tonnellate di carburante in più. Circumnavigare non garantisce poi neanche la sicurezza al cento per cento, perché i pirati somali, con i loro barchini, hanno dimostrato di esser capaci di spingersi molto al largo per catturare le loro prede. Proprio la Sirius aveva deciso di circumnavigare e venne presa a 450 miglia dalla costa. Quella che opera in Somalia è una vera e propria consorteria strutturata come un cartello di clan. Per ogni nave restituita i pirati incassano 1-2 milioni di dollari (per la Sirius Star all’inizio era stato chiesto un riscatto record di 25 milioni). In genere i corsari vogliono i contanti a bordo: stando ad alcune testimonianze, hanno macchinette conta-banconote e dispositivi per verificare che non si tratti di denaro falso. Il 30% del bottino va agli equipaggi, il 20% ai capi, un’identica percentuale serve per finanziare ulteriori spedizioni e per foraggiare le autorità locali, il 10% va alla popolazione. Con una tale liquidità le gang si rifanno la casa, comprano la jeep, prendono moglie, sperperano nei bordelli. I capi pensano a reinvestire. La prima possibilità prevede che affidino i dollari a complici somali presenti in Nord America, nel Golfo Persico, in Scandinavia, che li ricicleranno in attività legali. Una seconda opzione comporta l’uso dei soldi direttamente in Somalia: fonti di intelligence sostengono che molte bande comprano il khat, un’erba dagli effetti narcotici popolare in tutto il Corno d’Africa (ha acquirenti anche in Europa). Un altro possibile mercato è quello del carbone da legna diretto verso gli Emirati Arabi e gli altri paesi che si affacciano sul Golfo: viene pagato bene, c’è una forte domanda, alle bande somale tocca procurarlo e farlo arrivare. Chi vuole rischiare di più ricicla trafficando in armi e clandestini. [Giorgio Dell’Arti]