Giorgio Dell’Arti, 16 agosto 2009
Bossi e le regionali
Il grande attivismo di Bossi – che vuole di nuovo il dialetto a scuola, il Va’ Pensiero come inno nazionale, la sostituzione del tricolore con le bandiere regionali – va inquadrato nella lunga corsa che a partire da settembre dovrà portare il Paese al voto delle regionali. Il capo leghista vuole uomini suoi alla presidenza di Lombardia e Veneto e punta ad estendere territorialmente il suo consenso: il Carroccio si presenterà anche nel Lazio, dove conta di prendere il 3 per cento. Gli strilli leghisti servono anche a ottenere qualche vantaggio nello scontro con l’ala meridionale del centro-destra, con la quale sarà molto difficile arrivare a una mediazione. E infine vogliono tener lontano lo spauracchio di un’alleanza Berlusconi-Casini, che ne indebolirebbe il potere d’interdizione e di condizionamento. In un’intervista alla Stampa, Denis Verdini, uno dei tre coordinatori del PdL, ha affermato che alleandosi con l’Udc il centro-destra rischia di vincere non solo nelle sette Regioni che già governa, ma anche in Piemonte Liguria Lazio Campania Puglia Calabria. La sinistra, avendo contro Casini, potrebbe trovarsi in difficoltà persino in Umbria e nelle Marche. [Giorgio Dell’Arti]