vanity, 16 agosto 2009
Molte probabilità di vittoria per Karzai
• Assai più probabile, tuttavia, che alla fine risulti eletto proprio Karzai, l’uomo che come presidente regge il Paese dal 2004 e che gli italiani hanno conosciuto soprattutto durante il doloroso sequestro di Daniele Mastrogiacomo: Karzai accettò, per salvare la vita del giornalista di Repubblica, di lasciar liberi cinque talebani, quattro dei quali vennero poi ammazzati in combattimento o in agguati nel giro di poche settimane. Tre mesi fa, per conquistare il voto dell’elettorato sciita, Karzai aveva proposto un disegno di legge in cui ai mariti sciiti del Paese (e solo a loro) era concesso di stuprare la moglie nel caso la moglie si fosse rifiutata di far l’amore. Indignazione mondiale, tanto più che Karzai ha sempre fatto in qualche modo l’«americano», e alla fine di un iter parlamentare del quale si vorrebbero conoscere meglio i dettagli, ecco la nuova legge: il marito sciita a cui la moglie si rifiuta non ha più il diritto di stuprarla, ma potrà invece lasciarla morir di fame. In altri termini gli sarà concesso di non nutrirla, fino a che lei non si persuaderà a cedere. Per apprezzare in pieno la norma, bisogna sapere che le mogli afgane non possono divorziare e non possono neanche tornare a casa dei parenti senza il permesso del marito. La legge prevede anche che in caso di divorzio (preteso da lui) i figli di più di 9 anni siano affidati ai parenti maschi più prossimi (quindi non a lei) e che lo stupro sia sì sanzionabile, ma solo con un risarcimento in denaro commisurato allo status sociale della famiglia di lei: molti soldi se la famiglia di lei è ricca, pochi se è povera. Soldi da versare sempre alla componente maschile del parentado della moglie, naturalmente. Gli sciiti, che forse a questo punto faranno effettivamente vincere Karzai, sono naturalmente in stretto contatto con Teheran e parlano al loro popolo – pari a un quinto della popolazione afgana - dall’università sciita di Kabul guidata dall’ayatollah Asif Mohseni, un enorme complesso marmoreo costruito con i soldi dell’Iran. Il vice di Mohsen, il deputato Abdul Latif Sajjadi, interrogato sulla legge che consente ai mariti di lasciar morire di fame le mogli restie, ha risposto: «Ero nella commissione del riesame e mi sono opposto agli emendamenti. una vergogna che, sotto l’influenza straniera, l’età del matrimonio sia stata alzata a 16 anni per le ragazze e a 18 per i ragazzi. contro l’Islam. Quanto al ”ricatto cibo per sesso”, non ci vedo niente di strano: i mariti per il Corano hanno l’obbligo di sfamare, vestire e proteggere le mogli. In cambio esse devono obbedire. Il letto non ha alcuna extraterritorialità». [Giorgio Dell’Arti]