vanity, 14 settembre 2009
Le borse salgono ma la crisi resta
La banca d’affari Lehman Brothers falliva nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2008 e l’anniversario ha fornito l’occasione per fare il punto generale sulla crisi. Dalle decine di pagine, commenti e interviste prodotte dai quotidiani si ricava soprattutto quanto segue:
• il rialzo di Borsa dà la sensazione che la crisi sia finita, ma questa sensazione è falsa: le Borse vanno su perché le banche si riforniscono gratuitamente di soldi dalla Fed o dalla Bce e investono poi quei denari in titoli, limitando per quanto possibile il credito a imprese e famiglie; e perché in tutte le piazze d’affari del mondo vige ancora la regola che non si può vendere un titolo se non lo si è già comprato, cioè è proibito vendere allo scoperto. Borse a lungo impedite di vendere allo scoperto, però, sono di fatto drogate e artificialmente indotte al rialzo. Che succederà quando le vendite allo scoperto saranno riammesse?
• Le banche, vere responsabili della crisi, hanno pochissimo pagato il fio dei loro peccati e sono anzi cresciute ulteriormente grazie ai soldi investiti dagli Stati e al foraggiamento delle banche centrali. All’arrivo del prossimo ciclone risulterà quindi ancora più difficile farle fallire. Bank of America, per esempio, ha attività pari a 2.350 miliardi di dollari, superiori cioè al Pil italiano e incrementate rispetto a un anno fa del 30%. [Giorgio Dell’Arti]