vanity, 5 ottobre 2009
La stampa e Berlusconi
• Un altro fronte è quello dell’informazione. Come il lettore ricorderà, le dieci domande di Repubblica a Berlusconi (relative alle sue presunte serate allegre) provocarono due citazioni in giudizio da parte del premier. A Repubblica l’essere chiamati in tribunale per questo è parso un attacco alla libertà di stampa. La reazione del quotidiano è stata, per dir così, sontuosa: con l’aiuto della Federazione Nazionale della Stampa, le querele del premier sono diventate un caso politico internazionale, si sono raccolte molte decine di migliaia di firme, alcune delle quali autorevolissime, e sabato scorso a Roma, in piazza del Popolo, s’è svolta una manifestazione in difesa della libertà di stampa folta di esponenti dell’opposizione e benedetta in qualche modo anche dal cardinal Bagnasco. Tra le sessanta e le centomila persone radunate a sentire i discorsi di Roberto Saviano, del costituzionalista Valerio Onida e ad applaudire Marco Travaglio e Michele Santoro (la cui puntata di Annozero con Patrizia D’Addario ha messo insieme sette milioni di spettatori, piazzandosi tra le più viste dell’anno). A sera poi Augusto Minzolini, direttore del Tg1, ha attaccato in diretta i manifestanti: «Negli ultimi 10 anni sono 430 le querele, per il 68% da sinistra. possibile che la libertà di stampa venga messa in pericolo solo da due querele di Berlusconi?». Anche questo editoriale ha sollevato un putiferio (Rosy Bindi: «Ha perso un’occasione per riscattarsi», il presidente Rai Paolo Garimberti: «Iniziativa irrituale» eccetera), parendo evidentemente agli oppositori del governo che non sia bene garantire la libertà d’espressione, per esempio, a Santoro e nello stesso tempo al direttore del Tg1. [Giorgio Dell’Arti]