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 2009  ottobre 18 Domenica calendario

Attentato a Sarbaz

Oggi uno shahid s’è fatto saltare nella cittadina di Sarbaz, in Iran, ma a pochi passi dal confine col Pakistan. Era in corso una riunione tra pasdaran e capi-tribù locali e lo shahid – dal nome ancora sconosciuto – ha provocato, facendosi esplodere, la morte di 42 persone, tra cui sei generali dei pasdaran. Sarbaz si trova nella poverissima regione del Belucistan. Per comprendere a fondo l’importanza di questo evento lontano e apparentemente simile a tanti altri bisogna sapere che:
• a mia memoria è la prima volta che il sistema del martire islamico, in genere spedito a punire gli infedeli, viene invece adoperato all’interno della stessa comunità musulmana. Si ammette in questo modo che il demonio possa talvolta vestire i panni del Profeta;
• l’attentato va inserito all’interno della secolare lotta tra sunniti (l’Iraq) e sciiti (l’Iran), dunque è l’ultima propaggine della guerra che insanguinò per otto anni i due Paesi negli anni Ottanta. di conseguenza l’annuncio di un ulteriore, forte elemento di destabilizzazione dell’area;
• da almeno una settimana gira la voce, sempre più credibile, che Khamenei, la Guida Suprema del Paese, sia morto, evento che, quando ufficializzato, potrebbe ridare impulso alle manifestazioni contro il governo;
• Ahmadinejad ha accusato dell’attentato di Sarbaz gli americani, gli inglesi e i pakistani. In Pakistan è anche in corso una forte offensiva contro i talebani da parte del governo di Islamabad. stata attaccata la regione del Waziristan, quella dove gli studenti islamici la fanno da padroni;
• Americani, inglesi e pakistani negano qualunque responsabilità nell’attentato di Sarbaz, che è invece stato rivendicato dal movimento Jundallah, guidato da Abdolmalek Rigi («sono iraniano, amo l’Iran, voglio solo più diritti per i sunniti, discriminati, e i beluci, dimenticati e impoveriti»);
• La possibilità che il regime iraniano, di nuovo in bilico se Khamenei fosse veramente morto, voglia aumentare la tensione internazionale per allentare quella interna è concreta. Non sarebbe una tattica nuova;
• Aumentare la tensione internazionale fino a che punto? Il Pakistan (che ha almeno cinquanta bombe atomiche chiuse in arsenali di cui nessuno conosce la posizione) è un problema. L’Iraq è un problema. Gli americani in Afghanistan sono un problema. E per Teheran sono un problema anche i talebani. Il re di Giordania Abdullah, in visita adesso in Italia, ha detto che il vero problema è il conflitto tra israeliani e palestinesi. Ma questo è un problema anche per il presidente iraniano, che ha più volte sostenuto la necessità di cancellare Israele dalla faccia della Terra.
• Lo shahid di Sarbaz non è un martire come tutti gli altri. Il re giordano Abdullah, intervistato da Repubblica, ha detto che la pace è in pericolo. [Giorgio Dell’Arti]