3 gennaio 2009
Dal Diario di Roberta Tatafiore
«Mi chiedo però se il campo minato di bugie-cocomero sul quale mi devo destreggiare non sia che un trucco della mente inventato apposta per essere scoperta. In questo caso dire tutte queste panzane può essere un modo surrettizio per sfidare proprio coloro che tengo lontani a occuparsi di me. E per ordire a loro danno un ricatto postumo: “non vi siete accorti di niente, e così mi sono ammazzata”. Che orrore. Spero che il mio inconscio non sia così persecutorio come ora mi appare. D’altra parte: c’è risentimento e rabbia nel suicidio» (Roberta Tatafiore, La parole fine).