Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1978  ottobre 16 Lunedì calendario

«Habemus Papam». È un polacco

Karol Wojtyla a braccia alzate saluta la folla dal balcone di Piazza San Pietro dopo essere stato eletto Papa

Alle 17.17 la fumata bianca. Alle 18.45 il cardinale Pericle Felici proclama: «Habemus Papam». Il 264° della Chiesa cattolica. La folla dei fedeli in piazza San Pietro è incuriosita, il nome suona nuovo, esotico: «Wojtyla? Ma è un africano?». Invece è l’arcivescovo di Cracovia, 58 anni, il primo papa non italiano dal 1523, dalla morte di Adriano VI, olandese di Utrecht. Alla sera, al suo segretario don Stanislao che lo raggiunge nel recinto del conclave dice in romanesco: «Li possano…». Si riferisce ai cardinali che lo hanno eletto. [Stanislaw Dziwisz, Una vita con Karol, Rizzoli] Se lui è spiazzato, lo sono anche i servizi segreti dell’Est. Proprio non se l’aspettavano.

«Se mi sbaglio, mi corrigerete»

• Duecentomila fedeli aspettano la benedizione del Papa in piazza San Pietro e quando alle 19.15 si affaccia al balcone, è uno scroscio di evviva, battimani e fazzoletti sventolati. Il suo primo discorso dura alcuni minuti e rompe la tradizione che voleva il Papa eletto in silenzio: «Sia lodato Gesù Cristo! Carissimi fratelli e sorelle, siamo ancora tutti addolorati dopo la morte dell’amatissimo papa Giovanni Paolo I. Ed ecco gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato di un paese lontano... Lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Io ho avuto paura di ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’obbedienza verso il nostro Signore e nella fiducia totale alla sua madre, Madonna Santissima. Anche non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corrigerete! E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia alla Madre di Cristo e della Chiesa e anche a incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, di incominciare con l’aiuto di Dio e con l’aiuto degli uomini».

La fumata bianca per l’elezione di Papa Giovanni Paolo II (Archivio Farabola)

• Al Corriere della Sera in redazione avevano preparato 17 biografie di arcivescovi papabili, ma non la sua. «C’è un bell’aneddoto (ce ne sono a bizzeffe) su Wojtyla, già cardinale, fermato sui Tatra dalle guardie mentre sciava. Il poliziotto: “Stupido, ti rendi conto a chi hai rubato i documenti? Starai al fresco per un bel po’”. “Ma sono davvero io”. “Un cardinale che scia? Mi prendi per scemo?”. Il Cremlino delle divisioni e i sottocapi del regime di Varsavia si comportarono poi più o meno con la stessa incredulità delle guardie di frontiera». [Adriano Sofri, la Repubblica 12/10/2003].

• L’evento in Italia viene trasmesso a reti unificate dalle due reti televisive, inserendosi nei due telegiornali. Telecronisti per il Tg1 Paolo Frajese e Bruno Vespa, per il Tg2 Italo Gagliano e Pino di Salvo (I programmi serali previsti sono slittati dalle 20.40 alle 21.20, senza subire però cambiamenti).

Karol Wojtyla sul balcone di Piazza San Pietro dopo essere stato eletto Papa (Archivio Farabola)