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 2009  dicembre 04 Venerdì calendario

La deposizione di Spatuzza

• L’altro grande processo che ha tenuto col fiato sospeso il mondo politico italiano (e internazionale) è quello d’appello al senatore Marcello Dell’Utri, già condannato a nove anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Oggi ha deposto Gaspare Spatuzza, il pentito che negli due ultimi interrogatori subìti aveva sostenuto un rapporto stretto tra Berlusconi-Dell’Utri e il boss mafioso Giuseppe Gravano, che è al carcere duro e non ha mai confermato. A Torino, dove il dibattimento era stato trasferito da Palermo per ragioni di sicurezza, Spatuzza ha ripetuto quanto i giornali, puntualmente riforniti dei verbali d’interrogatorio, avevano anticipato: dopo aver fatto del terrorismo per premere sullo Stato (attentati di Roma e Milano del 1993), il boss Graviano raccontò a Spatuzza, al bar Doney di via Veneto in Roma, che la cosa era fatta e Berlusconi-Dell’Utri gli avevano messo in mano il Paese. Riscontri a questo appuntamento da Doney e alle relative affermazioni non ce ne sono. Gli sconquassi preannunciati – avviso di garanzia al Cavaliere, sequestro dei suoi beni, dimissioni, elezioni anticipate, fino alla guerra civile paventata dallo stesso presidente del Consiglio in una delle sue tante intemerate degli ultimi giorni – non sembrano probabili. Delle tante dichiarazioni contro Spatuzza sentite dopo la deposizione, la più significativa è quella di Castelli, ex ministro della Giustizia: «Se ci fossero riscontri oggettivi, è chiaro che si aprirebbe un fronte preoccupante per il governo. Ma se questi riscontri oggettivi non ci fossero, allora si aprirebbe uno scenario sul modo di agire di alcune parti della magistratura che sarebbe ancora più preoccupante». [Giorgio Dell’Arti]