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 2009  dicembre 04 Venerdì calendario

Il processo di Perugia

• I giudici di Perugia hanno condannato Amanda Knox a 26 anni e Raffaele Sollecito a 25, ritenendoli responsabili della morte di Meredith Kercher, avvenuta la sera del 2 novembre 2007. Alla fine, Amanda è scoppiata in lacrime e con lei la sorella Deanne. La madre di Raffaele, Mara, mentre il figlio veniva portato via, ha gridato «Forza Raffaele» e s’è poi abbandonata a un pianto disperato, sorretta dal marito e dagli avvocati. Raffaele e suo padre hanno ascoltato la sentenza in un atteggiamento di pietra. Cassandra, la matrigna di Amanda, ha detto tra le lacrime: «Combatteremo fino all’ultimo, non è finita qui. Amanda è innocente e noi non la lasceremo sola». Mentre tornavano in albergo a piedi, Cassandra, Deanne e il padre di Amanda sono stati circondati dalla folla e fatti segno a scherni e insulti sanguinosissimi. I tre hanno continuato a camminare senza reagire. Gli avvocati di Sollecito e della giovane americana hanno già fatto sapere che appelleranno la sentenza.

• Il delitto Meredith Kercher, 21 anni, inglese, aveva vinto una borsa di studio Erasmus e stava a Perugia da due mesi. Abitava in via della Pergola 7 con altre amiche studentesse. Tra queste, l’americana Amanda Knox con cui, secondo parecchie testimonianze, non andava d’accordo sia perché Amanda era disordinata e forse addirittura sporca, sia perché si portava troppi uomini in casa. La mattina del 2 novembre 2007 una vicina chiama la Polizia Postale perché ha trovato due cellulari nel suo giardino. I telefonini portano gli agenti in via della Pergola. Qui i poliziotti trovano Amanda e Sollecito - in quel momento fidanzati - a colloquio con i carabinieri che loro stessi hanno chiamato. In casa c’è il cadavere di Meredith a cui la sera prima qualcuno ha tagliato la gola. I due innamorati forniscono parecchie versioni su quello che hanno fatto mentre Meredith veniva uccisa. Amanda, in particolare, prima dice che lei c’era, stava in cucina, ha sentito qualcosa ma non è andata a vedere. Poi cambia versione e sostiene di essere stata tutta la sera da Sollecito a guardare la tv e giocare col computer. Accusa un congolose che ha un locale a Perugia e si chiama Lumumba. Non dice invece una parola sull’ivoriano Guede, che ha incontrato almeno quattro volte e ha riempito di sue tracce la casa del delitto (compresi i resti di escrementi in bagno, che dopo un anno, essendo prove, stavano ancora lì). Guede, fuggito in Germania e poi ripreso, chiederà il rito abbreviato e sarà condannato a 30 anni (l’appello è in corso, la sentenza è prevista per il 21 o il 22 dicembre). La copertura che all’inizio gli fornisce Amanda è un indizio molto pesante: Guede, che sa certamente quello che è successo, potrebbe accusarla. Lumumba, del tutto estraneo al fatto, no.

• L’accusa La ricostruzione del delitto proposta dal pubblico ministero Giuliano Mignini (violentemente criticato dal New York Times, che lo ha accusato di volersi rifare su Amanda di una fallita inchiesta sui satanisti responsabili degli omicidi attribuiti a Pacciani) è la seguente: Guede aveva immobilizzato dietro la schiena il braccio sinistro di Meredith che, a destra, era bloccata da Sollecito. E intanto la penetrava o tentava di penetrarla. In piedi davanti a lei Amanda le passava e ripassava la lama del coltello lungo la gola. E a un certo punto questa lama è stata affondata. I giudici hanno ritenuto questa sequenza plausibile e dopo quindici ore di camera di consiglio (una riunione cominciata alle dieci di mattina e finita a mezzanotte) hanno emesso il verdetto.

• Punti deboli in realtà una ricostruzione non priva di dubbi. Intanto il movente è piuttosto campato in aria: Meredith, che sarà poi almeno parzialmente consenziente a un rapporto sessuale con Guede, si sarebbe rifiutata di partecipare a un partouze. E c’è poi la faccenda del coltello. Mignini accusa Raffaele e Amanda di «avere portato fuori dall’abitazione di Sollecito, senza giustificato motivo, un grosso coltello da punta e da taglio lungo complessivamente cm 31 (sequestrato al Sollecito il 6 novembre 2007)». Ma che il coltello usato per sgozzare Meredith sia proprio quello non è stato dimostrato. E il fatto che Raffaele fosse un collezionista di questo tipo di armi è, nella fattispecie, del tutto irrilevante. Quanto alle confessioni di Amanda, lei dice di essere stata malmenata dalla polizia specialmente durante il primo interrogatorio. Dei tre imputati, la posizione meno debole è quella di Sollecito: mentre ci sono riscontri piuttosto indiscutibili sulla presenza in casa quella sera di Guede e di Amanda, manca la certezza sulla presenza di Raffaele. [Giorgio Dell’Arti]