10 giugno 1981
Alfredino Rampi è caduto nel pozzo?
Ore 19. Ferdinando Rampi, 41 anni, romano,
impiegato dell’azienda comunale elettricità e acque, passeggia con un paio di
amici lungo un viottolo sterrato in mezzo alle vigne. Abita a piazza Bologna,
nel centro di Roma, ma d’estate sta spesso con la sua famiglia in una villetta
di campagna, tirata su mattone dopo mattone in via di Vermicino, Borgata
Finocchio, a qualche chilometro da Frascati. Davanti a lui in canottiera e
calzoni corti saltella il figlio maggiore Alfredo, di anni 6, una malformazione
al cuore in attesa di intervento a settembre. In casa a preparare la cena ci
sono la mamma Francesca Bizzarri, 39 anni, e la nonna Veja. Il fratellino
Riccardo, due anni, dorme.
Ore
19.20. Alfredino
vuol tornare indietro, saluta il papà che si attarda con gli amici.
Ore
20.00. Ferdinando
Rampi rientra in casa, ma Alfredino non c’è. Torna ai campi: «Alfredo! Alfredo!
Forza, a casa. È ora di cena». Nessuna risposta.
Ore
20.30. I genitori
guardano ovunque ma non riescono a immaginare dove possa essere andato. La
nonna Veja: «Oddio non sarà caduto nel pozzo?». Controllano poco distante, dove
sta sorgendo una villetta nuova: in un angolo del cortile c’è un budello
trivellato alla ricerca di acqua. È coperto da una lamiera tenuta ferma da due
pesanti sassi. Alfredino non c’è.
Ore
21.30. Chiamano la
polizia: le volanti sono lì in una decina di minuti. Arrivano anche vigili del
fuoco e vigili urbani. Gli abitanti, incuriositi da tanto via vai, si offrono
di dare una mano nella ricerca. Per due ore e mezzo perlustrano metro per metro
tutta la campagna, da via di Vermicino fino alla borgata Selvotta. Cani
annusano e abbaiano, Alfredino non si trova.
Ore 24. Il brigadiere Giorgio Serranti
sente qualcuno parlare di un pozzo artesiano. Gli spiegano che si tratta di un
buco nel terreno largo una trentina di centimetri scavato da pochi giorni per
cercare acqua: scende fino a 80 metri di profondità. Dicono d’aver già
controllato: il foro è coperto. Serranti: «E che significa? Qualcuno potrebbe
averlo chiuso dopo, senza sapere se dentro c’è il bambino». Si fa condurre al
pozzo, si china, tende l’orecchio. Passa un aeroplano, il rombo copre tutto.
Insiste, zittisce tutti, infila la testa nel buco. Sente una voce: «Mamma!».