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 2010  novembre 15 Lunedì calendario

Il problema dell’Irlanda

• Mentre scriviamo, le Borse stanno andando giù, secondo una tendenza in atto ormai da parecchi giorni. C’è innanzi tutto il problema dell’Irlanda, paese finito in recessione, col 13.7% di disoccupati, il deficit al 32% (in base ai parametri di Maastricht dovrebbe essere al 3…), lo spread sui Bund tedeschi oltre quota 600 e il sistema bancario fallito e nazionalizzato (50 miliardi di esposizione). Il mondo è convinto che Dublino non sarà in grado di far fronte alle sue scadenze e, prima che si crei un altro caso Grecia, la Merkel e la Ue insistono perché l’Irlanda accetti un aiuto di un’ottantina di miliardi. L’Irlanda, per il momento, non vuole, sostenendo – si suppone per ragioni politiche – che ce la farà benissimo da sola. Gli 80 miliardi sarebbero prelevati dal fondo di 750 miliardi predisposto a suo tempo da Unione europea e Fondo monetario proprio per soccorrere i paesi in difficoltà. Come al solito le tensioni sul rischio-Irlanda hanno messo in fibrillazione gli altri paesi deboli dell’area euro. In particolare il ministro degli Esteri portoghese ha avvertito i partner europei che, se non si creerà un’ampia coalizione di governo in grado di far fronte alla crisi, il Paese potrebbe essere costretto a uscire dall’area euro. Altro fronte di battaglia è quello delle valute: Ben Bernanke, il governatore della Federal Reserve (la banca centrale Usa), ha deciso di immettere sul mercato cartamoneta per 600 miliardi di dollari, provvedimento che abbasserà il valore del dollaro e innalzerà quello dell’euro. Obiettivi: incoraggiare le esportazioni americane, svalutare il debito Usa. Mugugni cinesi. [Giorgio Dell’Arti]