Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 13 Lunedì calendario

La fiducia al governo Berlusconi

• Il Parlamento vota la fiducia al governo Berlusconi domani, per me che scrivo di lunedì. Ne darò quindi conto nel prossimo numero. La settimana scorsa s’è svolta da parte del presidente del consiglio un’intensa opera di persuasione sui parlamentari incerti, non priva a quanto si capisce fino a questo momento di qualche risultato. Massimo Calearo, imprenditore vicentino portato alla Camera da Veltroni fuggito poi nel gruppetto di Rutelli e da qui nel gruppo misto, ha rivelato che il Cavaliere ha ricompensato con 350-500 mila euro ogni passaggio di campo. Antonio Razzi, eletto all’estero con l’Idv, ha raccontato a Radio 24 che i pidiellini gli avrebbe promesso, in cambio del voto di fiducia, il saldo del mutuo. In generale esiste un partito di 345 parlamentari, trasversale a ogni formazione, che in caso di scioglimento anticipato delle Camere perderebbe circa 380 mila euro di stipendi mancati e andrebbe a casa senza pensione (il diritto adesso matura solo se la legislatura è completata). Di Pietro, tradito da due dei suoi (oltre a Razzi, Scilipoti), ha presentato un esposto alla Procura di Roma, che già stava indagando da un mese su questo traffico senza ipotizzare né un reato né un indagato. Lo stesso Di Pietro però è stato criticato per i criteri che adotta nella selezione dei parlamentari: non sono infatti questi i due primi tradimenti della sua storia politica. La Corte costituzionale, infine, ha rinviato a gennaio la discussione sul legittimo impedimento, messa in calendario nello stesso giorno della fiducia, per una questione di delicatezza istituzionale e per non dar luogo a un «ingorgo mediatico». Lo scorso 10 dicembre la Corte ha anche eletto il suo nuovo presidente, Ugo De Siervo, considerato un prodiano. Con un solo voto di scarto e non senza polemiche. [Giorgio Dell’Arti]