20 marzo 1978
Tags : Aldo Moro, il sequestro e l’uccisione
Quinto giorno del sequestro Moro
• Nessuna traccia di Moro. Ora si pensa che sia tenuto in ostaggio in un
nascondiglio lontano dal luogo della strage. Scarcerato «per assoluta mancanza di indizi» Gianfranco Moreno. Anche due esperti dell’antiterrorismo inglese collaborano da oggi con gli inquirenti. [Cds 21/3/1978]
• Udienza a Torino del processo contro 15 brigatisti rossi. Tra gli imputati anche Renato Curcio e Alberto Franceschini. Curcio grida in aula: «Moro è in mano nostra» e ripete che il presidente della Dc sarà processato dai brigatisti. «(...) Curcio, coi suoi occhi scuri e inquietanti, la gran barba da
populista russo dell’Ottocento, il maglione blu coi bordi bianchi, di quelli che le vecchie zie lavorano coi ferri. È Curcio che recita la parte forte della giornata. Certo, il rito della contestazione quotidiana comincia con “barbarossa” Ferrari, che chiede di leggere il comunicato n. 11; e va avanti
con l’urlata di Franceschini, “noi qui rappresentiamo un’organizzazione, un
partito combattente”. Alla fine, però, è Curcio a lanciare la sfida vera.
“Siete una banda armata”, grida il pubblico accusatore. E Curcio risponde: “Una banda che ha in mano Moro, che farà il processo a Moro, alla Dc, a tutta la classe politica italiana”». [Walter Tobagi, Cds 20/3/1978]
• Otto volantini delle Brigate rosse, fotocopia di quello che accompagnava la
foto di Moro, alla Fiat Mirafiori. Tre li ha trovati nel primo pomeriggio un
caporeparto nella zona verniciatura carrozzerie, gli altri cinque erano sotto il telefono di una sala usata per le riunioni sindacali.