17 marzo 1978
Tags : Aldo Moro, il sequestro e l’uccisione
Secondo giorno del sequestro Moro
• Interi quartieri di Roma sono circondati e rastrellati casa per casa, casale per casale. Migliaia di persone e veicoli fermati e perquisiti. Il procuratore generale Giovanni De Matteo ha diviso Roma in otto quadrati, ciascuno affidato a duecento poliziotti e carabinieri. Si cerca soprattutto tra la Camilluccia e la Balduina. Ritrovata la seconda 128 dei terroristi: aveva anche una sirena della polizia. Continuano ad arrivare messaggi delle Brigate rosse ma gli inquirenti li ritengono inattendibili. La polizia ferma Gianfranco Moreno, 32 anni, bancario incensurato. Interrogato come testimone, ora lo si sospetta di favoreggiamento. [Cds 18/3/1978]
• Il ministero dell’Interno Francesco Cossiga ha diffuso un elenco dei sospetti terroristi, che viene trasmesso anche alla tv. «Si segnalarono ventidue individui: ma subito si scoprì che due di loro erano già in carcere, uno notoriamente residente in Francia, un altro regolarmente registrato nell’albergo in cui alloggiava. Questi errori – che crediamo trovino giustificazione nella endemica incomunicabilità, nel nostro paese, delle istituzioni tra loro – impedirono all’opinione pubblica di vedere quel che invece c’era di positivo nella segnalazione: e cioè che su diciotto individui la polizia non si era sbagliata». [Sciascia 1994] In particolare, tre hanno effettivamente partecipato all’agguato di via Fani, due non sono a Roma ma fanno parte del “comitato esecutivo” delle Br. [Bianconi 2008]
• Alle 17 vertice a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti studia un piano anti-Br con i cinque segretari della nuova maggioranza: Zaccagnini (Dc), Berlinguer (Pci), Craxi (Psi), Romita (Psdi), Biasini (Pri). Al termine dell’incontro, quattro ore dopo, Biasini è l’unico insoddisfatto: il Pri chiedeva un decreto d’urgenza con norme straordinarie. Gli altri hanno preferito procedere con cautela, incaricando un comitato di esperti perché valuti i provvedimenti e stabilisca la loro urgenza. [Cds 18/3/1978]
• Per il senatore del Pci Ugo Pecchioli esistono collegamenti tra certi gruppi di autonomia operaia e i terroristi. «Cellule eversive si sono infiltrate in grandi aziende industriali e anche in delicatissimi servizi pubblici: all’Enel, alla Sip, in alcuni settori dei trasporti e in alcuni ospedali (...) Bisogna rompere la catena della solidarietà». [Cds 18/3/1978]